Gregorio Sciltian
(Nakicivan 1900 - Roma 1985)
AUTORITRATTO
pastello su carta, cm 44,5x29
firmato e dedicato "Al mio caro amico Ernesto, con / vivo affetto G. Sciltian" in basso
Provenienza
Collezione privata
Pittore e scrittore, Gregorio Sciltian, nato in Russia ma da sempre cittadino dell'Europa a causa della sua smania di vivere i luoghi e nei luoghi più adatti alle sue mutevoli esigenze riesce a trovare il suo "posto al sole" in Italia, scegliendo come scopo artistico della sua vita quello di "ottenere l’illusione della realtà". È un retaggio del mondo antico, onnipresente nella sua prassi di lavoro (l'atelier, la posa, il cavalletto, la tavolozza, lo specchio) e nel suo repertorio. Sciltian intende l’arte nella sua accezione di artificio e pertanto l’uomo artista quale ingannatore; lo assorbe e affascina l’indagine "nel vero sempre più vero fino al finto" che riscopre e sperimenta nelle sue opere. I ritratti sono una delle massime espressioni della filosofia di Sciltian, ritratti che non si limitano alla mera e semplice rappresentazione di un personaggio, ma scavano a fondo nello spirito che lo anima, nel suo carattere e temperamento, quasi a coglierne la psicologia, quasi a annullare la materialità del mondo reale per guardare al di là dell'involucro esteriore.