MAURO REGGIANI
(Nonantola 1897 - Milano 1980)
Composizione a ventaglio
olio su tela, cm 130x195
firmato in basso a sinistra M. Reggiani
sul retro: etichette "World House Gallery "-N-2217 ed Esposizione Biennale
Internazionale d'Arte - Venezia (1956)
eseguito nel 1955
Provenienza
World House Gallery, New York, N.2217
Christie's, Milano 8 maggio 1986 (Lot. 151)
Galleria Tega, Milano
Brera Arte, Milano, 14 dicembre 1987 (Lot. 72)
Finarte, Roma, 10 aprile 1990 (Lot.271)
Collezione privata, Milano
Esposizioni
New York, Salomon R. Guggenheim Museum, Guggenheim International Award, 1956
Venezia, XXVIII Esposizione Biennale Internazionale d'Arte, 1956, N. 104
Graz, Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum, Mauro Reggiani Gemaelde Grafik, 1977
Ferrara, Galleria Civica d'Arte Moderna, Palazzo dei Diamanti, Mauro Reggiani, 1977
Bibliografia
"Art Actuel International", n. 10, 1959, p. 6 (datato 1956), illustrato
N.Ponente, 1976, p.246, n.14, illustrato
N.Ponente, "Mauro Reggaini", Ediz. La Rosa &Baralis, Torino-Parigi, 1977,n.15
"Il Mondo", 14 aprile 1986, illustrato
Mauro Reggiani è tra i pochi artisti italiani che spiccano per la continuità e la coerenza di una ricerca pittorica astratto-concreta che ha le radici nelle avanguardie post-cubiste, costruttiviste e neoplastiche. Nella pittura figurativa di Reggiani, dagli anni Venti e Trenta:"pittura" ,sempre, prima che "figurativa", e figurativa esclusivamente, negli esiti più maturi, per la presenza di espliciti rimandi semantici al naturale, non per la loro rilevanza, che a ben edere è ancora nei dipinti maggiori, del tutto subordinata, fuori di quella necessità medesima che il riferimento al fenomeno, al dialogo con esso, aveva, per evidenti ragioni storico-cronologiche, in Cézanne. La vicinanza con Soldati, lo portarono ad intraprendere un cambiamento radicale che lo portò in breve tempo a passare dallo studio di Cézanne alle prime esperienze astratte, modellate sull’esempio di Vasilij Kandinskij, Friedrich Vordemberge-Gildewart e Josef Albers. Tale ricerca gli avrebbe permesso di liberare la tela da ogni riferimento al mondo oggettivo per una dimensione soggettiva di strutture geometriche non sempre rigorose, ma caratterizzate da una sapienza pittorica nella stesura degli oli e nella composizione delle cromie, con pennellate a tratti vibranti. Tra il 1955 e il 1956 Reggiani divenne titolare della cattedra di ornato e disegno al Liceo artistico presso l’Accademia di belle arti di Torino e poi ebbe il trasferimento a Milano, presso l’Accademia di Brera, dove rimase fino al 1962.A Milano, dal 1957 al 1966, collaborò con la galleria del Grattacielo, diretta da Enzo Pagani, e fu questa un’occasione per approfondire il proprio interesse per le arti applicate, partecipando nel 1957 alla mostra e forme nella casa d’oggi. Grazie a Pagani, frequentò il cenacolo artistico riunito attorno alla figura di Tullio d’Albisola e questo risultò un momento decisivo per la sperimentazione sulla ceramica e sulla scultura.
Negli anni Cinquanta la sua ricerca si basa su immagini astratte ma non geometricamente bloccate. La sua battaglia, Reggiani la combatteva nell'accanimento sul quadro, per lui realtà finale. (L. Caramel, Reggiani, 1991, Milano)