Benedetto Buglioni
(Firenze 1459-1521)
TESTA, 1515-1520
frammento in terracotta policroma invetriata.
Il volto austero appartiene alla cuspide di una lunetta oggi perduta: Dio guarda in basso, probabilmente benedicente, con sguardo benevolo. La materia è trattata con grande perizia scultorea ed è evidente la vicinanza con opere di Benedetto ancora in collaborazione con Andrea della Robbia, oppure con alcune figure di santi più tarde, come il Sant’Antonio Abate nella chiesa di San Michele Arcangelo a Badia Tedalda (Ar), opera commissionata da Leonardo Buonafede, abate commendatario della Badia, e pagata a Santi Buglioni per conto di Benedetto il 22 settembre 1522, un anno e mezzo dopo la sua morte. Utile il confronto con un Padreterno in collezione privata a New York, che mostra fattezze simili, pubblicato da Allan Marquand nel 1921, come pure con la stessa figura nella lunetta della pala d’altare conservata al Louvre di Parigi che contiene la Madonna tra Santi, nella quale spicca appunto la figura del padreterno benedicente con barba dalla doppia punta e orecchie coperte da fluenti riccioli, mentre tiene in mano un libro con le lettere greche Α e Ω. Questa analisi stilistica e i relativi confronti, la capacità scultorea e la vibrante resa dei tratti fisiognomici ci portano all’attribuzione di quest'opera a Benedetto Buglioni con un buon margine di sicurezza, nella consapevolezza che il frammento meriti uno studio più accurato; cm 29,5x23x14
Bibliografia di confronto
A. Marquand, Benedetto and Santi Buglioni, Princeton 1921, p. 69 fig. 63;
F. Domestici, in G. Gentilini (a cura di), I Della Robbia e l’arte nuova della scultura invetriata, cat. mostra, Firenze 1988, pp. 346-351;
G. Gentilini, I Della Robbia. La scultura invetriata nel Rinascimento, Vol. II, Firenze 1992, pp. 390-395;
D. Lucidi, in Glazed. The Legacy of the Della Robbia, New York 2016, pp. 127-129 n. 4