TRE CACCINE E UN CARAMOGIO, DOCCIA, MANIFATTURA GINORI, 1760-1770
in porcellana bianca. I tre gruppetti raffigurano scene di caccia con i cani che braccano animali selvatici, presenti in manifattura fin dal periodo del Foggini (quelle con basetta quadrangolare sono considerate più antiche); utilizzate inizialmente come pomoli per ciste o zuppiere, ma divenute presto oggetti autonomi con funzione di abbellimento, le caccine sembrano avere come modello le sculture romane e la numismatica ellenistica: di esse possediamo la descrizione direttamente dagli inventari della Manifattura, dove tra le dieci elencate troviamo le nostre definite come Manzo con cani, Tigre e Leone e Porco con cane. Anche per i caramogi abbiamo notizie certe nei documenti della Manifattura, e infatti nel corso del 1774 risulta dagli inventari l’esecuzione da parte di Bruschi di sei caramogi per una commissione. Le forme dei Caramogi prodotti a Doccia sono dodici, tra cui nove maschi e tre femmine, derivate dalle incisioni di Callot e Baccio del Bianco, indicati in manifattura come caramogi appunto o pimmei. Un esemplare simile al nostro è presente nelle civiche raccolte del Castello Sforzesco di Milano. Caccine alt. cm 8,5, cm 7,2, cm 7; caramogio alt. cm 7,2
Bibliografia di confronto
L. Ginori Lisci, La porcellana di Doccia, Milano 1963, p. 63, p. 65 fig. 39 (caramogio);
L. Melegatti, Le porcellane europee del Castello Sforzesco, Milano 1999, p. 76 (caramogio);
A. Biancalana, Porcellane e maioliche a Doccia. La fabbrica dei Marchesi Ginori. I primi cento anni, Firenze 2009, pp. 55-57 (caramogio) e pp. 88-89 (caccine)