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Francesco Furini
(Firenze, 1603-1646)
BACCANTE
olio su tela, cm 76,5x72,4
Provenienza
collezione privata
Bibliografia di riferimento
Pitture fiorentine del Seicento, Firenze 1987, pp. 72-74, scheda 24
Un’altra bellezza. Francesco Furini, a cura di M. Gregori e R. Maffeis, catalogo della mostra, Firenze, Palazzo Pitti, Museo degli Argenti, 22 dicembre 2007-27 aprile 2008, Firenze 2007, p. 250, scheda 52
G. Cantelli, Francesco Furini e i furiniani, Firenze 2010, tavole 4, 4a, 4b, 35, 35A, 36
L’inedito dipinto qui offerto, raffigurante una giovane donna in atto di porgere una coppa, si può ricondurre con certezza alla mano del pittore Francesco Furini.
La recente pulitura del quadro ha reso evidente le caratteristiche tipiche di questo importante maestro fiorentino: il viso tenero della modella con i particolari occhi allungati, i capelli di seta che ricadono in delicate ciocche sulla spalla, il candore della pelle che rifulge dal fondo scuro, e il brano di natura morta costituito dalla coppa e dalla raffinata brocca d’argento lavorata a sbalzo e istoriata con una scena mitologica. Questi elementi di oreficeria ritornano in molte celebri opere dell’artista dal Parto di Rachele (Staatsgalerie im Neuen Schloss Schleißheim) alla Temperanza del Museo de Arte di Ponce, fino alla Circe della Pinacoteca di Lucca, per citarne solo alcune.
La nostra affascinante fanciulla può essere accostata, per affinità stilistiche e formali, al bel dipinto raffigurante l’Allegoria della Poesia Lirica, immagine di copertina della monografia su Furini scritta da Giuseppe Cantelli nel 2010.
Le due tele presentano molti punti di contatto: i lineamenti del volto delle protagoniste, la posizione del busto e delle mani, il panneggio che lascia scoperti la spalla e il seno sinistro e, non ultime, le dimensioni.
La composizione di entrambi i dipinti deriva con buona probabilità dai celebri disegni conservati al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi.
Il primo (G.D.S.U. n. 922 E) rappresenta una testa di donna coronata di alloro, il secondo (G.D.S.U. n 9702 F) uno studio per una mano che sorregge una coppa.
La testa femminile laureata è ritenuta dagli studiosi preparatoria per l’Allegoria della Poesia della National Gallery of Scotland di Edimburgo, quadro che faceva parte della collezione del marchese Gerini, intenditore e cliente della bottega del pittore.
Questa felice invenzione pittorica è stata però replicata dal Furini divenendo una sorta di “marchio di fabbrica” tale da renderlo celebre e molto richiesto dalla committenza fiorentina, sedotta dalle sue enigmatiche figure.
La datazione che possiamo ipotizzare per il nostro quadro si aggira intorno alla fine degli anni Trenta del Seicento sia per la differenza stilistica con le opere giovanili del 1628-30 sia per la convincente derivazione dai disegni degli Uffizi che vanno accostati ai fogli preparatori per gli affreschi nel Salone degli Argenti e quindi agli anni 1639-42.
Il restauro del quadro ha permesso anche di chiarire il soggetto rappresentato; infatti, prima della pulitura, la figura appariva con una grande corona di alloro dietro la testa che non aveva però pertinenza iconografica con il resto degli attributi (la brocca e la coppa). Adesso invece, rimosse le ridipinture, si scorgono nitidamente le foglie di vite intrecciate ai capelli che ci inducono a identificare la donna come una baccante piuttosto che come un’allegoria della Poesia.
Del resto la giovane tiene nelle mani gli strumenti per la libagione e sembra offrirci la stessa bevanda che le ha imporporato le guance e annebbiato lo sguardo che si perde in un timido invito al piacere.
Si ringrazia il professor Giuseppe Cantelli per aver confermato l’attribuzione dopo un esame dal vero del dipinto.