FRANCO ANGELI
(Roma 1935 - 1988)
Paesaggio con giallo cromo
tecnica mista su tela, cm 80x120
sul retro: firmato e titolato
databile al 1984-1988
L’opera è accompagnata da autentica dell’Archivio Franco Angeli su fotografia
Franco Angeli intraprende l'attività artistica nel 1955-1957 da autodidatta, a parte il rapporto con lo scultore Edgardo Mannucci, nel cui studio ha la possibilità di vedere i quadri di Burri.
Risente inizialmente della poetica informale, realizza tele monocrome e materiche dai toni scuri, che poi ricopre con calze di nylon strappate e lacerate, a simbolo di povertà e dolore. Le immagini del
tragico bombardamento di San Lorenzo, vissuto durante l'infanzia, riappaiono nelle prime opere: "La materia per me è un frammento di questa enorme lacerazione che ha travolto l'Europa; i miei primi
quadri erano così, come una ferita dalla quale togli dei pezzi di benda…dove il sangue si è rappreso ma non è più una macchia rossa- Tutto doveva apparire lacerato, affranto".
Angeli aderisce al Partito Comunista nella sezione di Campo Marzio e nel 1955 conosce prima Tano Festa e poi Mario Schifano; instaura con loro un profondo rapporto di amicizia le cui radici sono la stessa estrazione popolare e l'esperienza della Guerra. Verranno definiti "maestri del dolore", gli artisti della Scuola di Piazza del Popolo, che si ritrovano intorno al bar Rosati e nelle gallerie La Tartaruga di Plinio de Martiis, L'Appunto e La Salita: tra loro Francesco Lo Savio e Pino Pascali, Jannis Kounellis e Fabio Mauri.
Angeli frequenta Guttuso e ama la pittura di Caravaggio e di Kees Van Dongen (gli dedicherà i titoli di alcuni quadri, dopo averlo visto in mostra a Ginevra nel 1976) e ha un'altra musa che è la poesia: Sandro Penna, Cesare Vivaldi, Nanni Balestrini sono suoi amici e scrivono più volte per accompagnare i suoi quadri. (Cit. Archivio Franco Angeli)