PELIKE
Puglia, 350-325 a.C.
Pelike apula a figure rosse, con orlo ingrossato, corpo ovoidale con punto di massima espansione in basso, piede ad echino. Due anse verticali sono impostate sotto l’orlo. Sul lato A la scena figurata, delimitata in alto da rosette e da una teoria di ovuli e in basso da un motivo a meandro, mostra una figura femminile seduta su una sedia con alta spalliera che tiene nella destra uno specchio: davanti a lei è un giovane seminudo, coperto solo da un mantello sulla spalla destra che le porge un phiale baccellata. Dietro alla donna è la sua servitrice, rappresentata nell’atto di fare vento con un flabello mentre tiene con la sinistra una cista semiaperta. Numerosi elementi indicano la ricchezza e il prestigio della figura seduta, la presenza di poggiapiedi, i numerosi gioielli sovraddipinti che decorano le braccia, le spalle e la capigliatura (kekryphalos): siamo con ogni probabilità davanti ad una scena di corteggiamento. Sul lato B la scena figurata, più semplice e schematica, mostra due figure femminili (una con lo specchio in mano e l’altra con una cista) ai lati di un’ara centrale. Sotto le anse, a separare i due lati della figura sono palmette fra girali vegetali. H. 38,2 cm; diam orlo 19,6 cm.
Questa pelike, il cui lato A ha subito alcuni danni alla qualità della vernice durante la cottura, è opera di un ceramografo di elevata qualità attivo intorno alla metà del IV secolo a.C. La qualità nella resa del panneggio, reso con particolare dettaglio e morbidezza nell’accentuare le forme delle figure femminili del lato A, consente di avvicinare questo prodotto ai seguaci dello “stile semplice”, fase avanzata della prima produzione apula.
Provenienza
Collezione privata, Firenze
Pandolfini 18 dicembre 1998, lotto 248
Collezione privata, Piemonte
Oggetto dichiarato d’interesse archeologico particolarmente importante (D.M. 2 settembre 2002)