(Femminismo) SPELTA, Antonio Maria. Donneschi trofei dal sig. Ant. Maria Spelta poeta regio ad honore delle donne cortesi, benigne, e saggie, et a confusione delle ingrate, orgogliose, e rozze, gratiosamente eretti. Opera molto essemplare, e di gran frutto, a fare, che i mariti amando, e rispettando le mogli, vivano lieti, e concordi nelle case loro. In Pavia, appresso Pietro Bartoli ad instanza di m. Agostino Bordoni, 1612.
In 8vo piccolo (147 x 100 mm). [xvi] 144 [24] pp. Frontespizio in rosso e nero con marca tipografica, fregi e iniziali xilografici. Mezza pergamena posteriore. Un fascicolo brunito, carte generalmente ingiallite, una pallida gora marginale.
RARO testo protofemminista, nel quale l’autore rivaluta ogni aspetto del genere femminile a partire dalla Creazione. A differenza di Adamo, plasmato dalla polvere e dalla terra, Eva, generata da una costola di Adamo, è “più nobile di lui, havendo havuto principio da materia purificata animata, & vivace, dico d’anima rationale partecipe della divina mente, materia assai più degna della polvere & terra; et perciò ella quasi sempre è più capace et spesse volte più ripiena dello splendore, & bellezza divina, che non è l’huomo”. L’opera prosegue attribuendo ad Adamo la responsabilità della cacciata dal Paradiso Terrestre e dei disordini e bestialità sulla Terra, ed inoltre sostiene: che la donna ha un ingegno più acuto; che ella è spesso vittima degli uomini e che non dovrebbe mai essere presa contro la sua volontà; che “ne gli urgenti casi è risoluta, forte & terribile”; e che “la Donna, è la vita, & ristoro dell’Huomo”.
RARE protofeminist text, in which the author re-evaluates every aspect of the female gender starting from Creation.