Works on paper: 15th to 19th century drawings, paintings and prints

Florence, 
wed 3 October 2018
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32

Scuola romana, seconda metà del sec. XVI

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Scuola romana, seconda metà del sec. XVI

MARTIRIO DI SANTA CATERINA

penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquarellato, biacca, carta vergellata azzurra incollata su tavoletta, mm 295x217

 

Roman school, second half of 16th century

MARTYRDOM OF SAINT CATHERINE

pen and ink, brush and wash, heightened with white, pale blue laid paper laid down on panel, mm 295x217

 

Iscrizioni

“Raffaello Sanzio” e “Polidoro da Caravagio” sul retro della tavoletta su cui è incollato il foglio, a penna.

 

 

Il celebre episodio del Martirio di Santa Caterina che, secondo la tradizione, venne salvata da un miracoloso intervento angelico spezzando la ruota dentata utilizzata dai suoi carnefici, è qui messo in scena attraverso una serie di elementi compositivi derivanti da un consolidato repertorio del linguaggio manierista. Il soldato che corre coprendosi la testa in primo piano è una dinamica quinta scenica che si ritrova per esempio nella Conversione di San Paolo di Francesco Salviati della Galleria Doria Pamphilj di Roma, incisa da Enea Vico, e in controparte nella pala con il medesimno soggetto di Taddeo Zuccari in San Marcello al Corso a Roma.

È proprio nello sviluppo e proseguimento del filone principale della maniera romana, che va dai più stretti seguaci di Michelangelo e Raffaello a Taddeo Zuccari sino alla fine del secolo con Federico Zuccari, che deve essere collato il disegno offerto. Di estremo interesse si configurano i confronti proprio con i fogli di mano di quest’ultimo, responsabile tra l’altro dei lavori di decorazione all’interno della cappella Cesi nella chiesa di Santa Caterina dei Funari a Roma all’inizio degli anni Settanta del Cinquecento con le storie della santa titolare (cfr. C. Acidini Luchinat, Taddeo e Federico Zuccari: fratelli pittori del Cinquecento, Milano 1998, pp. 43-50). Lo stesso modo abbreviato di restituire le figure, attraverso identiche semplificazioni formali caratterizza per esempio la Disputa di Santa Caterina del British Museum (inv. 1966,1210.4), studio per uno di tali affreschi parietali eseguiti da Federico.

Più vicini come grado di finitezza, per via dell’abbondante utilizzo della biacca stesa in punta di pennello, sono una serie di disegni conservati presso il Gabinetto dei Disegni e Stampe degli Uffizi, prima dati a Taddeo e successivamente assegnati concordemente dalla critica a Federico: in particolare si menzionano lo Studio per una lunetta con l’Annunciazione (inv. 818S) riconosciuta come studio per la lunetta dipinta dal pittore nella chiesa dei Gesuiti di S. Maria Annunciata a Roma, ora distrutta (cfr. J. A. Gere, Mostra dei disegni degli Zuccari, catalogo della mostra, Firenze 1966, scheda 49, p. 38).