Important Renaissance Maiolica

wed 17 April 2019
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COPPIA DI ORCIOLI, AREA METAURENSE, PESARO, 1580 CIRCA

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COPPIA DI ORCIOLI, AREA METAURENSE, PESARO, 1580 CIRCA

in maiolica dipinta in policromia con blu di cobalto, giallo arancio, giallo antimonio, bianco stagno, verde ramina; alt. cm 21,8 e 20,8, diam. bocca cm 10,2 e 10, diam. piede cm 10,8 10,2

 

A PAIR OF SPOUTED PHARMACY JARS, PESARO, CIRCA 1580

 

 

I due vasi farmaceutici hanno corpo piriforme largo al centro e fortemente rastremato verso il basso, che termina in un piede alto a calice con base a disco piana. Il collo troncoconico, largo, si apre in un’imboccatura con orlo arrotondato appena estroflesso. Sul fronte si apre un beccuccio a cannello molto alto e sul retro è collocata un’ansa a nastro larga che si fonde in basso nella pancia del vaso. L’intera superficie dei vasi è interessata da un decoro a Trofei, sul collo con scudi e armi in giallo arancio delineato in blu adagiati su un fondo giallo, sul corpo distribuito in due fasce orizzontali che interessano anche l’ansa e il cannello nei medesimi toni di colore ma su fondo blu cobalto. Il piede è decorato da una corona continua di foglie e piccoli fruttini, mentre sotto l’ansa corre un cartiglio farmaceutico largo e lumeggiato in blu che termina sul fronte in due larghe pieghe dipinte in giallo e verde ramina.

Il grande numero di frammenti di opere con decoro a Trofei, specialmente redatti in colore ocra, e la morfologia dei vasi ci fanno propendere verso una probabile produzione pesarese. Un confronto con decoro ancora gotico e con piede più cilindrico ci deriva da due vasi del Fitzwilliam di Cambridge (C.2B-1932. P. Berardi, L'antica maiolica di Pesaro dal XIV al XVII secolo, Firenze 1984, p. 259 fig. 39). Il dettaglio del decoro che corre lungo il piede trova inoltre un preciso riscontro in un piatto in collezione privata con decorazione cosiddetta a serto di ulivo, databile alla seconda metà del secolo XVI, cui si affianca un piatto datato 1580 con decoro a trofei ocracei del Museo di Pesaro (P. Berardi, op. cit., pp. 312-313 nn. 109-110).