PIATTO, FAENZA, FINE SECOLO XV-INIZI XVI
in maiolica decorata con blu di cobalto, giallo, giallo arancio e verde ramina; alt. cm 4,5, diam. cm 27,5, diam. piede cm 9,5.
Bibliografia di confronto
R. Casadio, Maioliche faentine dall’Arcaico al Rinascimento, Faenza 1985, pp. 48-49;
C. Ravanelli Guidotti, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza, Faenza 1988, pp. 236-250;
C. Ravanelli Guidotti, Delle gentili donne di Faenza. Studio sul “ritratto” sulla ceramica faentina del Rinascimento, Faenza 2000, p. 353 n. 30
Il piatto presenta la caratteristica forma con ampia svasatura e cavetto profondo separato dalla tesa da un gradino smussato, la tesa orizzontale e terminante in un orlo arrotondato. Il retro, privo di piede, ha un appoggio appena incavato. Sul fronte e sul retro sono evidenti gli appoggi dei distanziatori di cottura. Al centro della composizione un giovane paggio è ritratto di profilo, rivolto a sinistra, con i capelli lunghi ricadenti sulle spalle e trattenute da una fascia, vestito di un giustacuore ricamato; il profilo ombreggiato e inserito in un medaglione riempito da puntinature. Tutto intorno si sviluppa un ornato a cornici concentriche decorate da motivi a embricazioni, a crocette, spirali concentriche, perlinature, ornati a nodo e a dente di lupo con campiture riempite da puntinature.
Il piatto costituisce un valido esempio della produzione tardo quattrocentesca a Faenza e ben s’inserisce nella vasta famiglia delle “Belle” che, talvolta propone, al centro della composizione, un ritratto maschile. La ricchezza del decoro, la finezza e nella decorazione e la presenza di motivi già rinascimentali ci fa ritenere quest’opera come precoce rispetto alle produzioni più note. Il retro è decorato con filettature concentriche, note comunemente come motivo “a calza” nei colori giallo ocra e blu. Un esemplare simile, sebbene più semplificato nella scelta del decoro con aggiunta di palmetta persiana nella tesa, mostra un’impostazione vicina a quella della nostra opera, ugualmente con profilo maschile, ma con l’aggiunta di due ali, è stato pubblicato nel 1985 da Rino Casadio. Anche i frammenti presenti sul territorio faentino, alcune analogie con decori pavimentali e la raffinatezza pittorica ci fanno pensare al periodo di transizione tra i due secoli. Inoltre, al di là dei ritratti delle Belle o di paggi, questo tipo di decoro vede protagonisti anche simboli amorosi, come nel piatto con coniglio, gamelio d’amore, presentato da Carmen Ravanelli Guidotti nella monografia sul ritratto sulla ceramica faentina del Rinascimento.