FURNITURE, PAINTINGS AND SCULPTURES: RESEARCH AND PASSION IN A FLORENTINE COLLECTION

Florence, 
wed 16 October 2019
Live auction 313
64

COPPIA DI COMODINI, SIENA, FINE SECOLO XVIII

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COPPIA DI COMODINI, SIENA, FINE SECOLO XVIII
lastronati in noce e ciliegio con filettature e intarsi in radica e legni vari, piano di forma rettangolare in marmo portoro sotteso da fascia in legno dorato intagliata a motivo di ovoli con perlinatura sottostante, uno sportello realizzato come due finti cassetti ciascuno inquadrato da molteplici cornici a motivi geometrici e in radica a centrare mascherone alla cui base si formano tralci fogliacei che si portano sui lati per terminare in volti leonini dalle cui bocche si dipartono rametti di foglie e bacche, lesene angolari a tralcio fogliacei che si porta dal basso verso l’alto con andamento curvilineo, fianchi analogamente inquadrati da cornici a centrare motivo vegetale, pianetto sottostante di linea curvilinea intarsiato ad analoghe cornici e ribaltabile a creare un inginocchiatoio, gambe troncopiramidali sormontate da capitello fogliaceo in legno dorato e ornate a festone di foglie, cm 84x61,5x36

A PAIR OF SIENESE BEDSIDE CABINETS, LATE 18TH CENTURY


I due comodini e il cassettone (lotto n. 65) presentano la tipica struttura slanciata della mobilia neoclassica toscana e più precisamente di ambito senese. La forma piramidale delle gambe terminante con capitelli in legno intagliato e dorato ricorda infatti molto da vicino quella di analoghi esemplari ancora oggi conservati in alcune collezioni pubbliche e private, come ad esempio la coppia di commodes con raffigurazioni mitologiche pubblicate da Enrico Colle (Il mobile neoclassico in Italia …, pp. 216 - 217) e la console a mezzaluna già in palazzo Bianchi Bandinelli ed ora nella collezione Chigi Saracini (S. Chiarugi, Botteghe di mobilieri …, pp. 104 -105). Proprio in quest’ultima collezione si conserva anche un cassettone, le cui superfici sono abbellite con esili intarsi a motivo di ghirlande, di gusto affine ai decori che contornano i nostri arredi, eseguito per Galgano Saracini probabilmente intorno al 1798, anno in cui il nobile collezionista incaricò il perugino Antonio Castelletti e la sua équipe di decoratori di dipingere le sale del palazzo di via di Città. Sono questi gli anni durante i quali il pittore romano Pietro Civilotti eseguiva delicate varianti di quei capricci antichizzanti, ormai di moda a Roma da un paio di decenni, negli interni delle residenze che parte dell’aristocrazia senese andava ristrutturando, facendo così dire alla contessa d’Albany che la città era divenuta “un faubourg de Rome” (C. Sisi, Neoclassicismo e Romanticismo … p. 69). Proprio dalle esili volute di foglie d’acanto e dalle riquadrature geometriche dipinte sui fondi chiari delle pareti dei citati palazzi da Castelletti e da Civilotti dipendono gli analoghi intarsi applicati sulle superfici impiallacciate dei nostri mobili che, pur seguendo in questo anche le indicazioni di gusto provenienti dalla vicina Firenze, si rifanno a modelli romani evidenti nell’inserimento del piano ribaltabile posto alla base dei comodini in maniera tale da trasformarli all’occorrenza in inginocchiatoi.

In questa temperie neoclassica di derivazione romana non si può fare a meno di citare l’attività pittorica di Giovan Battista Marchetti cui andò il merito, fin dal 1776, di aver ammodernato la maniera di decorare le sale ricorrendo al repertorio delle grottesche, affinando la sua arte con viaggi di studio a Roma e a Napoli, soppiantando così del tutto lo stile illusionistico dei quadraturisti bolognesi.

Non sono molte le notizie sui mobilieri senesi ma si possono segnalare a questo proposito alcuni nomi di artigiani attivi per la corte lorenese come ad esempio gli ebanisti Michele Rusticini  (notizie intorno al 1767), Giuseppe Corsi (notizie intorno tra il 1767 e il 1782), Giovanni Guidi (notizie intorno al 1797), Luigi Rossi (notizie intorno tra il 1767 - 1782)  e Antonio Teverini (notizie intorno al 1779) o i legnaioli, spesso solo responsabili della costruzione dei mobili e non della loro decorazione, Giuseppe Bencivenni (notizie intorno al 1766), Luigi Corsi (notizie intorno al 1785), Fausto Gani (notizie intorno tra il 1767 e il 1785) e Stefano Rossi (notizie intorno al 1766).

Tra questi merita segnalare Luigi Rossi, specializzato nella fattura di cassettoni e Giovanni Guidi che nel 1797 eseguiva per il palazzo granducale di Siena “due comod a due cassette per ciascuno impiallacciati di noce e ciliegio con filetti di agri foglio più colori, quattro maniglie, e due bocchette di metallo cesellato e dorato …” (E. Colle, i mobili di Palazzo Pitti …, pp. 229 e 240).

 

Enrico Colle

 

Bibliografia di riferimento

E. Colle, i mobili di Palazzo Pitti. Il primo periodo lorenese 1737 - 1799, Firenze 1992;

C. Sisi, Neoclassicismo e Romanticismo, in C. Sisi, E. Spalletti (a cura di), La cultura artistica a Siena nell’Ottocento, Cinisello Balsamo 1994;

S. Chiarugi, Botteghe di mobilieri in Toscana 1780 - 1900, Firenze 1994;

E. Colle, Il mobile neoclassico in Italia. Arredi e decorazioni d’interni dal 1775 al 1800, Milano 2005