Rediscovered Treasures Impressionists and Modern Masterpieces from a Private Collection

Milan, 
tue 29 October 2019
Live auction 315
5

Federico Zandomeneghi
(Venezia, 1841 - Paris, 1917)

Federico Zandomeneghi

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Federico Zandomeneghi

(Venezia 1841 - Paris 1917)

 

FEMME AU BOUQUET

1914

firmato e datato “914” in alto a destra

olio su tela

cm 60,9x50

sul retro: due cartigli di collezione sul telaio

 

FEMME AU BOUQUET

1914

signed and dated “914” upper right

oil on canvas

23 15/16 by 19 5/8 in

on the reverse: two collection labels on the stretcher

 

L’opera è corredata di attestato di libera circolazione.

 

An export license is available for this lot.

 

Provenienza

Paris, collezione Durand-Ruel (fot. n. 7832)

Paris, collezione Angelo Sommaruga

 

Bibliografia

E. Piceni, Zandomeneghi, Milano 1967, n. 743.

E. Piceni, Zandomeneghi, Busto Arsizio 1991, n.743.

C. Testi, M.G. Piceni, E. Piceni, Federico Zandomeneghi. Catalogo generale. Nuova edizione aggiornata ed ampliata, Milano 2006, p. 377, n. 833.

 

Dipinta nel 1914, l’opera cade in un momento importante della carriera di Federico Zandomeneghi. In quell’anno, infatti, il critico d’arte Vittorio Pica, che da tempo collaborava nell’organizzazione delle esposizioni internazionali veneziane, città di origine del pittore, allestisce nell’ambito della Biennale una mostra di Zandomeneghi con una quarantina di opere di cui ventisei dipinti e una decina di pastelli. L’intento è quello di promuovere anche in Italia l’attività artistica del pittore, da tempo trasferitosi a Parigi. Risale a quarant’anni prima la repentina decisione di Zandomeneghi, come si evince chiaramente dalla lettera inviata all’amico Francesco Gioli: ≪Mio carissimo Cecchino. Senza tanti preamboli ti dirò che domani sera 2 giugno 1874 alle ore 10 parto per Parigi – Ho fatto questa brillante risoluzione e la metto in atto colla massima velocità perché non avvenga un pentimento che mi faccia piantar le radici a Firenze≫. (Dini, p. 486, lettera XXV). Gli anni parigini non sono facili, solo negli anni Novanta Zandomeneghi inizia a godere della protezione di un mercante della caratura di Durand-Ruel, da cui proviene anche questo dipinto. Persona schiva, dal carattere spigoloso, nei suoi quadri egli riesce a esternare delicatezza e sensibilità nel cogliere la realtà borghese di giovani donne ritratte con eleganza tanto nei salotti o per strada quanto nell’intimità della camera da letto e del gabinetto di toelette. La piacevolezza dei soggetti realizzati con una ricercata attenzione per tinte amabili, dai giusti equilibri di tonalita sobrie e vivaci senza eccessi di cromatismi, unita all’attenzione ai dettagli degli abiti, degli accessori, delle nature morte floreali, porta Zandomeneghi al successo, in parte condiviso con il gruppo impressionista, in particolare con Auguste Renoir e Degas. Elementi che si ritrovano nella tela Femme au bouquet, dove una giovane seduta di fronte a noi è intenta a realizzare una composizione floreale da porre nel vaso sul tavolino alla sua destra. L’abilità pittorica dell’artista nel dipingere differenti specie botaniche variandone forme e colori secondo le necessità, permette di distinguere i diversi tipi di fiori che compongono il bouquet. L’attenzione alla cura dei fiori e alle decorazioni floreali su abiti e lunghi capelli, così come su tende, tappezzerie e tappeti è una costante nella produzione dell’artista. In particolare, i fiori recisi prendono spazio nelle opere di Zandomeneghi a cominciare dall’enorme mazzo di fiori che trasporta con fatica la bambina di La fête (1894, Mantova, Museo Civico di Palazzo Te) fino alla natura morta della Marchande de fleurs (1913-14) dove ≪pennellate lunghe e filamentose si alternano a tratti sottili e minuscole virgole, realizzando una stesura pittorica personalissima che accentua l’intensità del colore e la vaporosità dei fiori, visti anche come simbolo della brevità e della fragilità della bellezza≫ (L’impressionismo di Zandomeneghi, catalogo della mostra, a cura di F. Dini, F. Mazzocca, Padova, Palazzo Zabarella, 1 ottobre 2016 – 29 gennaio 2017, Venezia 2016, p. 174).

 

This painting dates from 1914, a very important time in Federico Zandomeneghi’s career. That year, the art critic Vittorio Pica, who for some time had been engaged in organizing international exhibitions in Venice, the artist’s home, arranged a showing of roughly forty works by Zandomeneghi – twentysix paintings and about a dozen pastels – at the Biennale. Pica’s aim was to promote the artist’s career in Italy since he had been living in Paris for some time. Zandomeneghi had made the move forty years earlier, as we can clearly see from the letter he wrote to his friend Francesco Gioli: «My dear Cecchino. Getting straight to the point, I want to tell you that tomorrow evening 2 June 1874, I will be leaving for Paris at 10 – I have made this brilliant decision and am implementing it at top speed so that I do not have any second thoughts that would make me put down roots in Florence». (Dini, p. 486, letter XXV). Those years in Paris were not easy and it was only in the 1890s that he began enjoying the protection of an art merchant of the calibre of Durand-Ruel, from whom this painting was acquired. Although he was a shy, yet cantankerous, man Zandomeneghi revealed delicacy of spirit and sensitivity as he captured the bourgeois world of the young women he portrayed in their parlours or on the street, in the intimacy of their bedrooms or at their dressing tables. The charm of his paintings created with carefully selected tones, in a proper balance of subdued and lively colours without chromatic excesses, combined with his attention to the details of the clothing, the accessories and floral still-lifes brought Zandomeneghi success – a success that he shared in part with the Impressionists and with Auguste Renoir and Edgar Degas in particular. We see all this in the Femme au bouquet, in which a seated young woman facing front is busy arranging flowers for the vase on the little table to her right. The artist’s skill in painting different plant species, varying shapes and colours according to need makes it possible to identify the different flowers that comprise the bouquet. Attention to rendering flowers and floral motifs on clothing and long hair, as on curtains, upholsteries and rugs is a constant in his oeuvre. Cut flowers, in particular, dominate his works, starting from the enormous bunch that the little girl almost struggles to carry in La fête, (1894, Mantua, Museo Civico di Palazzo Te) up to the still-life in the Marchande de fleurs, (1913-14) where «long and threadlike brushstrokes alternate with fine lines and tiny swirls, in a very personal technique that accentuates the intense colours and evanescence of the flowers that are also interpreted as a symbol of the fleetingness and frailty of beauty» (L’impressionismo di Zandomeneghi, exhibition catalogue, ed. by F. Dini, F. Mazzocca, Padua, Palazzo Zabarella, 1 October 2016 – 29 January 2017, Venezia 2016, p. 174).