Rediscovered Treasures Impressionists and Modern Masterpieces from a Private Collection

Milan, 
tue 29 October 2019
Live auction 315
23

Marc Chagall ©  
(Vitebsk, 1887 - Saint-paul-de-vence, 1985)

Marc Chagall

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Marc Chagall

(Vitebsk 1887 - Saint-Paul-de-Vence 1985)

 

MUSICIEN VOYAGEUR

1971

firmato in basso a destra

matita, penna, inchiostro nero e colorato, pastello e gouache su cartone

mm 584x796

 

MUSICIEN VOYAGEUR

1971

signed lower right

black chalk, pen, black and coloured ink, coloured crayons and gouache on cardboard

23 by 31 5/16 in

 

L'opera è accompagnata da certificato di autenticità rilasciato dal Comité Marc Chagall il 27 giugno 2019.

 

This work is accompanied by a certificate of authenticity issued by the Comité Marc Chagall on 27th June 2019.

 

L'opera è corredata di attestato di libera circolazione.

 

An export license is available for this lot.

 

Esposizioni

Pierre Matisse Gallery, New York, aprile – maggio 1972.

 

Bibliografia
A. Pieyre de Mandiargues, Chagall, Paris 1975, n. 144.

 

L’opera è una delle molte “visioni di Parigi” in cui Chagall condensa il significato profondo del suo rapporto con la città. Una visione simbolica, che dispone una accanto all’altra le figure mitiche con le quali Chagall intende rappresentare poeticamente parte della propria storia umana e di artista. Il tema, come in altre opere realizzate a partire dalla metà degli anni Cinquanta, è l’arrivo a Parigi di una folla sconosciuta e anonima che proprio grazie alla città troverà riparo dalle traversie dell’esistenza e la possibilità di esprimere e quasi ritrovare se stessa. In una notte serena illuminata dalla luna, sullo sfondo della cattedrale di Notre Dame, un gruppo di uomini e donne provenienti dalle case di un villaggio è evocato accanto a personaggi chiave dell’immaginario fantastico di Chagall: quasi portato in groppa da un asino dal manto inciso da simboli arcani, un suonatore di violino ondeggia a mezz’aria, insieme a un gallo. Il gallo è l’animale che loda il risveglio mattutino, è simbolo di rinascita. Nella comunità chassidica, cui Chagall apparteneva, il suonatore di violino era una figura favolosa molto amata dal pittore, poiché accompagnava con la sua musica ogni evento fondamentale, come nascite, matrimoni, funerali. A lui Chagall assegna un messaggio di speranza e di amore, alla sua musica una funzione riparatrice universale. Le tre creature angeliche levitano nella notte parigina diffondendo intorno l’iridescenza della loro vibrante poesia. Un attore da circo, forse un clown, protende gentile un mazzo di fiori, una coppia di amanti si fonde in un abbraccio, mentre una figura di donna in lontananza attende seduta sul tetto di una casa. Una visione questa in cui i personaggi sono presenze oniriche, affioranti da una dimensione narrativa quasi preconscia, filtrate dalla memoria archetipica della propria radice ebraico-chassidica. Affermava Chagall: «Un quadro per me è una superficie coperta di rappresentazioni di cose (oggetti, animali, forme umane) in un certo ambito in cui la logica e l’illustrazione non hanno nessuna importanza…». E ancora: «Esiste forse una misteriosa quarta o quinta dimensione, che, intuitivamente, fa nascere una bilancia di contrasti plastici e psichici colpendo l’occhio dell’osservatore mediante concezioni nuove e insolite».

 

The work is one of the many “visions of Paris” in which Chagall condensed the deepest significance of his relationship with the city. A symbolic vision, which lines up the mythical figures Chagall intends to use to poetically represent a part of his life story as a man and an artist. The subject, as in other works dating from halfway through the Fifties, is the arrival in Paris of a bizarre, anonymous crowd of characters who, thanks to the city itself will find refuge from the trials and tribulations of existence and the possibility to express and – almost – to find themselves again. On a clear night illuminated by the moon, with the Notre-Dame cathedral in the background, a group of men and women from the homes of a village are evoked alongside a key figure in Chagall’s imaginative fantasies: almost carried on the back of a donkey, its coat etched with arcane symbols, a violinist floats in midair together with a rooster. The rooster is the animal that celebrates morning’s awakening, a symbol of rebirth. In the Hasidic community to which Chagall belonged, the violinist was a fantastical figure – and one much loved by the painter – who with his music accompanied all of life’s major events, from births to weddings to funerals. To the violinist, Chagall assigned a message of hope and love; to his music, a universal reparative function. The three angelic creatures levitate in the Parisian night, radiating the iridescence of their vibrant poetry. A circus performer, perhaps a clown, courteously extends a bouquet, two lovers embrace; far off, a woman waits, seated on the roof of a house. In this vision, the characters are dreamlike, surfacing from a pre-conscious narrative dimension, filtered by the artist’s archetypal memory of his Hasidic Jewish roots. He said, «For me a painting is a surface covered with representations of things (objects, animals, human shapes) in a particular order, in which logic and illustration have no importance at all» and he continued «Perhaps there is a mysterious fourth or fifth dimension – perhaps not just for the eye – which intuitively sets up a balance of plastic and psychological contrasts, forcing the onlooker to take in new and unusual ideas».