Works on paper: 15th to 19th century drawings, paintings and prints

Florence, 
tue 1 October 2019
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153

Carlo Labruzzi                                                            

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Carlo Labruzzi                                                            

(Roma, 1748  Perugia, 1817)                                               

PAESAGGIO CON IL TEMPIO DI VESTA A TIVOLI

penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquarellato nero, marrone e grigio, carta vergellata, mm 405x523                                      

firmato e datato "C. Labruzzi 1795" (la data è poco leggibile) in basso a sinistra                                                                  

                                                                          

A LANDSCAPE WITH THE TEMPLE OF VESTA IN TIVOLI

pen and ink, brush and black, brown and grey wash, laid paper, mm 405x523 

signed and dated "C. Labruzzi 1795"  lower left                           

                                                                          

Filigrana                                                                 

"J.Honig & Zoonen"                                                        

 

Bibliografia di riferimento

P. A. De Rosa, La via Appia: nei disegni di Carlo Labruzzi alla Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana,  2013

 

Pittore di paesaggi, Labruzzi si afferma nella Roma del XVIII secolo soddisfacendo le richieste di documentazione paesistica e topografica dei visitatori stranieri impegnati nel Grand Tour.

Cospicuo il numero di suoi disegni conservati presso la Biblioteca Apostolica Vaticana e il Gabinetto delle Stampe di Roma dove i principali soggetti sono i siti archeologici dislocati lungo la via Appia Antica.

Il foglio qui offerto raffigura il Tempio di Vesta a Tivoli, riscoperto e studiato già da molti artisti del Rinascimento e successivamente amato da numerosi pittori romantici, attentamente restituito nelle sue componenti architettoniche e avvolto da un suggestivo e caldo chiaroscuro.

Labruzzi rende protagoniste le memorie del passato, tra i cui resti si aggirano poche figurette disegnate con grande disinvoltura, giocando un ruolo fondamentale nella trasformazione del paesaggio ideale arcadico in paesaggio storico, a carattere documentario e archeologico.