RENATO PARESCE
(Carouge (Svizzera) 1886 - Parigi (Francia) 1937)
Cosmo
1932
olio su tela
cm 65x81
al retro etichetta Galleria Annunciata
al retro etichetta Galleria D'Arte Bergamo
al retro etichetta Galleria del Milione
Cosmos
1932
oil on canvas
65x81 cm
on the reverse label of Galleria Annunciata
on the reverse label of Galleria D'Arte Bergamo
on the reverse label of Galleria del Milione
Bibliografia
L’opera è pubblicata in R. Ferrario, René Paresce. Catalogo ragionato delle opere, Skira, 2012, p. 221 ( cat. 22/32, intitolato Nebulose)
Renato Paresce, artista visionario ed eclettico, nasce nel 1886 a Carouge un sobborgo di Ginevra, con la famiglia si trasferisce a Firenze dove risiede fino alla età di 19 anni, studia materie scientifiche all'Istituto Tecnico Industriale "Leonardo da Vinci" e frequenta per un anno la Facoltà di Fisica dell'Università di Bologna, laureandosi poi a Palermo, dove si era trasferito. Dedica molti dei suoi studi all'influsso degli elettroni sullo spettro, gli venne anche offerta la possibilità della carriera universitaria, ma che rifiuta. Nel 1911 torna a Firenze, dove per un breve periodo insegna fisica presso il Collegio della Quercia. Diventa amico del poeta e critico musicale Giannotto Bastianelli e del pittore Baccio Maria Bacci. L'anno successivo parte per Parigi e lavora presso il Bureau International des Poids et Mesures, ritorna a Firenze solo per brevi soggiorni. A Parigi si dedica alla pittura da autodidatta, dipingendo di sera con la luce elettrica, dimostrando di avere piena padronanza dei mezzi tecnici e un'attenzione vivace per le innovazioni stilistiche che la pittura francese propone in quel periodo. Sono gli anni del gruppo Les Italiens de Paris, sette artisti : Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Filippo De Pisis, Gino Severini, Massimo Campigli, Mario Tozzi e Paresce, gruppo patrocinato dal critico George Waldemar. Con Savinio ha un rapporto più intenso che si riflette nel lavoro di entrambe. Ritrova l'amico Baccio Maria Bacci, col quale talvolta si reca a dipingere en plein air lungo la Senna, frequenta gli artisti di Montparnasse e dei café letterari, la Cloiserie de Lilas e la Rotonde. Nonostante il suo carattere schivo, s'inserisce nell'ambiente degli artisti residenti a Parigi, conosce Picasso e Modigliani. Fa parte dell'Ecole de Paris insieme a Moïse Kisling, Chaime Soutine e partecipa ai Salons parigini, agli Indépendents e alle Tuileries. Quando scoppia la prima guerra mondiale con la moglie, la pianista russa Ella Klatchko, è costretto a lasciare la ville lumiére per recarsi a Londra. Qui lavora come assistente al National Laboratory di Teddington. Sovente viaggia per l'Europa, si reca e soggiorna più volte in Svizzera, a Zurigo, dove prende parte ad alcune importanti esposizioni al Kunsthaus e alla Galerie Tanner. L'attività parallela di giornalista e pittore lo porta spesso anche in Germania, a Berlino, dove espone in spazi pubblici e privati. Paresce è un artista protagonista di un momento complesso per l’arte, sono gli arbori di nuovi movimenti, dove s’intrecciano filoni diversi come il cubismo, il futurismo, il dadaismo, la metafisica e il surrealismo, movimenti entro i quali si muovo gli artisti presenti a Parigi. Paresce crea raffigurazioni narrativamente oniriche, passa dai paesaggi naturali, alle dimensioni metafisiche. Nel 1926 e nel 1929 presenta i suoi lavori alle mostre di Novecento italiano alla Permanente di Milano. Contemporaneamente le sue tele vengono valorizzate durante un’esposizione ad Amsterdam. Nel 1931 Paresce espone alla Quadriennale di Roma e nell’ambito di una matinée italienne, alla mostra collettiva al Théâtre de l’Oeuvre a Parigi, organizzata da Tozzi. Sempre in quell’anno tiene una personale a Londra alla Zwemmer Gallerie. Poi nel ’32 alla Galerie de la Renaissance di Parigi, la sua opera di popola di nuovi soggetti e luoghi surreali e cosmici. Nel ’33 espone alla Galleria de Il Milione a Milano. Nel 1934 Paresce si reca alle isole Figi e successivamente in America. Qui l’atmosfera dei musicisti jazz, lo spingono a scrivere un libro, “L’altra America”, il testo andò distrutto insieme ad un cospicuo numero di dipinti, durante i bombardamenti di Milano del 1943. L’attività pittorica dell’artista si chiude con il ciclo dedicato agli acrobati del circo, il quale porta al culmine l’astrazione dall’oggetto e il distaccamento dal reale. Paresce muore a Parigi nel 1937.