DOMENICO DI FILIPPO
(Finale Emilia 1946)
Veneri
1986
cartella di litografie realizzate a punta secca su plexiglass, per la
Senseria Pomo d'Oro
tiratura 100 + XXV + 5pda
esemplare 9/100, mancante di una incisione
Venus
1986
folder of lithographs made with dry point on plexiglass, for the
Pomo d'Oro Senseria
edition of 100 + XXV + 5pda
edition of 100 exemplars, n. 9/100, missing an incision
Nasce in terra estense, a Finale Emilia nel 1946. Sin da giovanissimo disegna figure (storie di dame e cavalieri), usando come colori carboncini presi dai bracieri e come tela i muri dellex convento seicentesco di Santa Chiara, dove abita, presso il nonno materno, dopo la morte del padre. Nel 1959 grazie ad una borsa di studio, istituita dall'amministrazione finalese, si iscrive allIstituto Statale dArte A. Venturi di Modena; sono anche gli anni in cui frequenta assiduamente il concittadino Piero Gigli (poeta futurista con lo pseudonimo di Jamar 14), amico di Marinetti, Boccioni, De Chirico, Carrà e Morandi. Dopo la seconda metà degli anni sessanta Difilippo è a Milano, attratto dalle
avanguardie artistiche del capoluogo lombardo, dove incontra maestri importanti, con i quali intratterrà rapporti damicizia e collaborazione, ed in particolare, al bar Jamaica in via Brera, conosce Gianni Dova. Dopo un'esperienza Nucleare ed informale rientra nella sua provincia e con il pittore conterraneo Walter Mac Mazzieri pone le basi di una situazione stilistica, di una declinazione fantastica ed emblematica del surrealismo che verrà definita dagli esegeti del momento Neo-surrealismo storico modenese, non per limitarla, ma bensì per individuarne la germinazione di origine padana (sono questi gli anni tra il 69-74). ( cit. Domenico di Filippo ).