CASSETTONE, FIRENZE, BOTTEGHE GRANDUCALI, PRIMO QUARTO SECOLO XVIII
in noce intarsiato in varie essenze, piano di forma rettangolare con bordo a becco di civetta, tre cassetti sottostanti ciascuno decorato da due cornici rettangolari modanate a inquadrare motivi vegetali intarsiati, lesene angolari similmente ornate, fianchi centrati da analoga cornice rilevata a racchiudere intarsio a motivo di vaso di fiori, base modanata poggiante su quattro piedini a trottola, cm 103x158x67
A FLORENTINE GRAND DUCHES WORKSHOPS COMMODE, FIRST QUARTER 18TH CENTURY
Bibliografia di confronto
E. Colle, I mobili di Palazzo Pitti. Il periodo dei Medici 1537 - 1737, Firenze, 1996, pp. 202-204, 236
Questa tipologia di arredo trova confronti in un inventario di Palazzo Pitti risalente al 1761, posto all’interno dell’ambiente antecedente alla sala delle udienze, nell’Appartamento estivo del Granduca.
L’impianto decorativo è frutto dell’elevate maestrie operanti all’interno delle Botteghe Granducali. Lo stile della tarsia floreale è sicuramente da legare al modus operandi del fiammingo Leonardo van der Vinne, al quale venne attribuito l’epiteto di Tarsia. Egli è il maggior ebanista attivo a Firenze nel tardo Seicento e a lui sono stati concordemente attribuiti lo stipo (1667) e il tavolo (1664), entrambi conservati a Palazzo Pitti nel Museo degli Argenti oltre ai quattro piani di tavoli, due in collezione privata e due conservati nella Villa della Petraia.