Romolo Ferrucci del Tadda (Fiesole, Firenze 1544 - Firenze 1621)
LEONESSA
in pietra serena raffigurata seduta, cm 106x72x52, su ampia base quadrangolare in pietra serena, cm 19x99x84
Romolo Ferrucci del Tadda (Fiesole, Firenze 1544 - Firenze 1621), a lioness
Bibliografia di confronto
G. Pratesi (a cura di), Repertorio della scultura fiorentina del Seicento e Settecento, Torino 1993, vol. I pp. 44-45, vol. II nn. 148-149;
G. Capecchi, I cani in "pietra bigia" di Romolo Ferrucci del Tadda. Simbolismo e "capriccio" nel giardino di Boboli, Firenze 1998
La scultura mostra stringenti affinità con le opere conosciute di Romolo Ferrucci del Tadda, figlio di Francesco Ferrucci detto del Tadda, scultore attivo a Firenze soprattutto nell'ambito di Cosimo I, presso la cui bottega si forma. Inizia la sua attività indipendente nel 1585, ottenendo rapidamente commissioni destinate in particolar modo alla corte medicea. Specializzatosi nella realizzazione di animali in pietra, isolati o in gruppo, con opere documentate soprattutto per il Giardino di Boboli e per la Villa Caruso di Bellosguardo, la sua fama di scultore “animalista” arriva ad estendersi ben oltre i confini del granducato toscano: non solo infatti la sua specialità viene apprezzata e rinonosciuta fino a Mantova, il cui duca risulta per decenni essere un suo committente, ma il Baldinucci (1681-1728) ricorda che a fine Cinquecento, per completare l'arredo di una fontana nel giardino di palazzo Gondi a Parigi per il quale il Francavilla aveva eseguito un marmo con Orfeo, Romolo Ferrucci realizza una "buona quantità d'animali varie sorti" (VII, p. 36).