ENNIO MORLOTTI
(Lecco, Como 1910 - Milano 1992)
Ritratto di Picasso
1981
cm 24,5x31,2
tiratura di XXV esemplari, es. XI/XXV
firmato in basso a destra
Picasso portrait
1981
etching
24.5x31.2 cm
edition of XXV exemplars, es. XI/XXV
signed lower right
Per i pittori astrattisti, invece, Picasso e Cézanne erano considerati i capisaldi della
rappresentazione di una realtà non mimetica, in cui la materia pittorica e la mano
dell'artista (quindi la sua sfera psicologica ed esperienziale) potessero conquistare una
propria autonomia creativa rispetto al dato reale, come accade nelle plurime ramificazioni
della pittura “informale” francese e americana.
In questo contesto, però, cerca di farsi spazio anche un nuovo “naturalismo”
ll naturalismo di Morlotti unisce l’estetica romantica all’inconscio freudiano, fondandosi su
una forte corrispondenza tra l’io dell'autore e la realtà circostante. Le opere di Morlotti,
però, vengono presentate per la prima volta al pubblico da Testori per la mostra alla
Saletta di Modena nel 1952 (uscita poi come Appunti su Morlotti in Paragone, n. 33,
1952); il giovane critico d’arte delinea un percorso che va dagli esordi post-cubisti,
caratterizzati da un particolare interesse per i paesaggi di Cézanne, alla maturità artistica
in cui affronta il rapporto dialettico tra figura umana e paesaggio disarticolato: «Lo sprone
forte (il sussulto) la poesia lo riceveva da quella catena di paesaggi […] e lo scrollo
dialettico, lo riceveva, invece, dalle Figure. Una dialettica che si concatenava,
appassionata e fulgente, sui più diretti fatti della cultura».
(cit. Una triangolazione ‘informale’: Morlotti, Testori, Arcangeli di Filippo Manni)