Giulio Carpioni
(Venezia, 1613 - Vicenza, 1678)
RATTO DI GANIMEDE E GIGANTOMACHIA
olio su tela, cm 72x82
THE RAPE OF GANYMEDE AND BATTLE OF THE GIANTS
oil on canvas, cm 72x82
La composizione, che parrebbe nata dall’unione di due storie mitologiche, il Ratto di Ganimede e la Gigantomachia, rientra in quel mondo ideale di favole eroiche ricreato da Giulio Carpioni all’interno della sua produzione pittorica.
Allievo di Padovanino, Carpioni rivela sin da subito il suo interessamento per la tradizione veneziana cinquecentesca, studiando le prove della giovinezza di Tiziano e completando il suo orientamento classicista guardando anche al neovenetismo che si afferma intorno a Poussin, probabilmente conosciuto in seguito a un viaggio a Roma. Dal 1636 è documentato a Vicenza dove dimorerà quasi ininterrottamente, fino alla morte, dipingendo numerosi baccanali, feste di Venere e metamorfosi.
L’opera presentata, per ricchezza di valori cromatici, stesi in superfici compatte che si fanno quasi smaltate sotto l’incidenza della luce, e per perizia grafica, si inserisce nella produzione matura del pittore: è avvicinabile al Trionfo di Sileno conservato presso l’Accademia di Venezia (cfr. Galleria dell’Accademia di Venezia, Guida alla quadreria, a cura di G. Nepi Sciré, Roma 1995, p. 106, n. 60), databile tra il 1666 e il 1670. Pressocché analogo per formato, soggetto, distribuzione spaziale delle figure nonché per la caratterizzazione di alcuni personaggi è una Gigantomachia di collezione privata pubblicata da Giuseppe Maria Pilo e collocata in prossimità del 1670 (G. M. Pilo, Giulio Carpioni. Tutta la pittura, Venezia 1961, p. 106, fig. 160).
Si segnala infine un ovale, conservato presso l’Harvard Art Museum (inv.1920.32), parte di una coppia riferita alla bottega di Carpioni, che presenta la medesima composizione ma leggermente ridotta e adattata a un formato verticale.