Works of exceptional historical and artistic interest

Florence, 
tue 3 November 2020
Live auction 1011
6

Scipione Pulzone

€ 20.000 / 30.000
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Scipione Pulzone

(Gaeta, 1544 – Roma, 1598)

SALITA AL CALVARIO

olio su tela, cm 120,7x165,5

 

Provenienza

Collezione del Cardinale Ferdinando de’ Medici; Roma, villa Medici, fino al 1740; Varese, collezione privata; Milano, Antichità Gianni Minozzi; Christie’s, Londra, 8-12-2017, n. 155

 

Esposizioni

Scipione Pulzone. Da Gaeta a Roma alle corti europee. Gaeta, Museo Diocesano, 27 giugno – 27 ottobre 2013, n. 16

 

Bibliografia

A. Vannugli, La Subida al Calvario de Scipione Pulzone para Marcantonio Colonna, in “Archivo Espanol de Arte” LXXXV, 2012, pp. 303-328; A. Vannugli, in Scipione Pulzone. Da Gaeta a Roma alle corti europee. Catalogo della mostra a cura di A. Acconci e A. Zuccari. Roma, 2013, pp. 290-93; A. Vannugli, Doni dall’Italia per il segretario Mateo Vàzquez de Leca: Marcantonio Colonna e Ferdinando de’ Medici fanno a gara, in “Studi di Storia dell’Arte” 28, 2017, pp. 193-216.

 

La storia di questa straordinaria invenzione e, più specificamente, del dipinto qui offerto è stata ricostruita da Antonio Vannugli che a più riprese è intervenuto sulla Salita al Calvario di Scipione Pulzone riemersa, in maniera imprevista, in una collezione lombarda dopo che Federico Zeri, cui si deve il primo e fondamentale studio sul pittore, ne aveva lamentato la sparizione.

Come è ormai noto, fu Marcantonio II Colonna, allora Viceré di Sicilia, a ordinare al Pulzone, suo artista di riferimento, una Salita al Calvario destinata a Mateo Vàzquez de Leca, il potente segretario di Filippo II di Spagna.

Commissionata nel 1579, la tela fu eseguita tra il 1581 e il maggio del 1583. Spedita da Roma a Palermo, e da lì a Madrid (ma non prima che potesse ammirarla Vincenzo Borghini che ne dà conto nel Riposo pubblicato a Firenze nel 1584) la tela entrò nella collezione di Vàzquez de Leca, passando alla sua morte nel 1591 in quella del nipote, dove le sue tracce si perdono intorno alla metà del Seicento. Anche in questo caso, è un’importante fonte spagnola, l’Arte de la Pintura di Franciso Pacheco, a dar conto della storia del dipinto e della sua della presenza a Siviglia nel 1607.

La perfetta corrispondenza di questa invenzione con il gusto dei più sofisticati collezionisti spagnoli è probabilmente il motivo per cui, non conoscendo la destinazione finale del dipinto commissionato da Marcantonio Colonna, il cardinale Ferdinando de’ Medici, fratello del Granduca regnante Francesco I, ordinò al Pulzone una seconda versione dell’Andata al Calvario per farne dono al medesimo personaggio.

Commissionata nel 1583 e ovviamente non utilizzata come dono diplomatico, questa replica autografa fu invece conservata dal cardinale, tanto che dal 1588 al 1740 è ricordata negli inventari di Villa Medici. Anche in questo caso, la storia successiva non è nota.

La corrispondenza tra la composizione del nostro dipinto, che Vannugli identifica con la versione di committenza medicea, e quella della versione per Marcantonio Colonna è documentata dall’esistenza di copie antiche in collezioni spagnole, che accertano la diffusione in Spagna della celebrata Salita al Calvario di Scipione Pulzone.

 

Opera dichiarata di interesse particolarmente importante dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo in data 3 febbraio 2020

 

The Italian Soprintendenza considers this lot to be a work of national importance and requires it to remain in Italy; it cannot therefore be exported from Italy.