Olanda, secolo XVII
SILHOUETTE DI BIMBA
olio su tela applicata su tavola sagomata, cm 96x56
Dutch, 17th century, dummy board depicting a girl, oil on canvas laid down on a shaped panel
Bibliografia di confronto
Art and House: Dutch interiors in the age of Rembrandt, cat. della mostra, Denver Art Museum 2001.
C. Edwards, Dummy Board Figures as Images of Amusement and Deception in Interiors, 1660-1800, in “Studies in the Decorative Arts”, Vol. 10, No. 1 (FALL-WINTER 2002-2003), pp. 74-97.
Inganni ad arte. Meraviglie del trompe-l’oeil dall’antichità al contemporaneo, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Strozzi 2009-2010) a cura di Annamaria Giusti, Firenze 2009, pp. 174-177, catt. III.31 – II.34.
L’intrigante ed elegante bimbetta presentata rientra nella tipologia di oggetti denominati a partire dall’Ottocento “dummy board figures”, figure sagomate a grandezza naturale su sottili tavole di legno dipinte in maniera assai realistica e dettagliata, realizzate per divertimento e virtuoso inganno ottico e destinate per lo più agli interni di lussuose dimore, poste di fronte al camino o alle scale. Una diversa interpretazione le vedrebbe invece usate per combattere la solitudine e per questo denominate anche “silent companions”.
Per Clive Edwards, che ha dedicato un lungo articolo a queste ancora misteriose opere (Edwards 2002-2003), la loro probabile origine è da collocare nell’ambito dell’Olanda del Seicento, dove viva era la fascinazione per l’ambiguo oscillare tra finzione e realtà, l’interesse per la scienza, in particolare per l’ottica e la prospettiva, e il gusto per l’ostentazione di potere e ricchezza attraverso la sontuosità e l’originalità degli arredi. Lo studioso ha sottolineato come stringente sia il loro rapporto con il mondo del trompe l’oeil, con la pittura di prospettiva di interni e con la creazione di scenografie teatrali.
La prima testimonianza letteraria di “dummy board figures”, piazzate in fondo a una stanza per ingannare i visitatori creando l’illusione di una reale presenza umana, si trova nell’artista e scrittore Arnold Houbraken che nel 1719 descrive l’estrema naturalezza con cui erano realizzate, indicando quale loro migliore artefice Cornelis Bisschop (Dordrecht, 1630 – 1674; per un suo esempio si veda il catalogo Art and House 2001).
Data l’elevata qualità e l’accuratezza pittorica dei lineamenti della silhouette di bimba offerta e del suo elegantissimo abito, ci troviamo con ogni probabilità di fronte a una commissione destinata a un’importante dimora seicentesca, forse addirittura un ritratto della figlia del proprietario fatto realizzare da un artista di grido per impressionare gli ospiti.