Lorenzo Delleani
(Pollone 1840 - Torino 1908)
CAPITOMBOLO
olio su tavoletta, cm 24,5x37
datato “8.10.85” in basso a destra
retro: timbro “Opera di Lorenzo Delleani / per autenticazione” firmato da Bistolfi e controfirmato "G.A. Levis", iscritto “1674”, iscritto “26”, timbro della Galleria Carini a firma Siro Carini, timbro della Mondial Gallery di Milano
THE TUMBLE
oil on panel, 24,5x37 cm
dated “8.10.85” lower right
on the reverse: stamp “Opera di Lorenzo Delleani / per autenticazione” signed by Bistolfi and countersigned "G.A. Levis", inscribed “1674”, inscribed “26”, stamp of the "Galleria Carini" signed by Siro Carini, stamp of the Mondial Gallery of Milan
Provenienza
Collezione privata, Milano, 1960
Mondial Gallery, Milano
Collezione privata
Esposizioni
Pitture oropee di Lorenzo Delleani, Oropa, luglio-agosto 1949
Mostra Vendita di Dipinti dell'800, Galleria Carini, Milano, inaugurata il 4 ottobre 1959
Bibliografia
Le opere esposte, catalogo della mostra (Oropa, luglio-agosto 1949), Oropa 1949, sala III n. 24, col titolo Mamma con bambini
Mostra Vendita di Dipinti dell'800, catalogo della mostra (Galleria Carini, Milano, inaugurata il 4 ottobre 1959), Milano 1959, n. 26
G. Nicodemi, I grandi pittori dell’Ottocento italiano, vol. I, Milano 1961, tav. LXVIII, col titolo Giochi nel prato
A. Dragone, Delleani. La vita e l'opera, vol. II, Torino 1973, p. 151 n. 526
L'opera è accompagnata da autentica di Angelo Dragone rilasciata il 30 ottobre 1985.
Pittore versatile, sensibile alle più delicate vibrazioni, Lorenzo Delleani si esprime in una grande varietà di modi. Dopo essersi allontanato dagli insegnamenti accademici e aver abbandonato il tema storico, nel cui contesto emergeva già un senso di verità e di luce che preannunciavano il singolare paesista che sarebbe diventato, egli ha iniziato a immergersi pienamente nella poesia del paesaggio realizzando centinaia di tele e tavolette, datate con il giorno preciso di esecuzione. Un escamotage che ci permette di ripercorre assieme a lui il cammino intrapreso tra monti, valli, città dove il pittore passa il suo tempo, posa il suo occhio e ci comunica i suoi mutevoli stati d'animo.
La natura è il principale soggetto di ispirazione e le sue opere sono capitoli di un racconto nei quali si manifesta il suo lirismo di pittore. Delleani guarda ogni dettaglio con stupore e meraviglia: la freschezza di un prato, un filare di alberi, le nuvole che si muovono nel cielo montano e questo amore per la natura, puro, che è il fascino profondo per la sua arte serena, viene ravvivato da animali e uomini intenti nella loro vita contadina. Arte serena che traspare anche nei due quadretti ispirati al gioco, alla fratellanza, alla condivisione infantile, alla semplicità genuina del divertimento di un girotondo e dello stupore davanti all’imprevisto di un capitombolo che frena lo slancio di una corsa collettiva, libera, sui prati verdi, all’aria aperta e sana.
Nelle due tavolette Girotondo e Capitombolo ambientate sullo stesso dolce declivio che divide il campo pittorico in due netti spazi tra terra e cielo, l’artista dipinge con una sapida pennellata quattro figure in una sinfonia di gradazioni verdi che lasciano immaginare il profumo di una natura viva e ricca nonostante il periodo autunnale. Poche settimane prima, sempre su quei pendii, l’artista aveva raffigurato Le allieve, giovani pittrici addobbate con parasole e cappellini alla moda, definito dalla critica uno dei quadri più interessanti di quell’anno. Ritornato in quel luogo, il pittore si libera della compostezza delle pose e della ricercatezza degli abiti per dare spazio alle giocose scorribande della vita popolare all’aperto.
Le autentiche delle due opere, rilasciate entrambe da Angelo Dragone il 30 Ottobre 1985, rendono note alcune informazioni in più. Sappiamo così che di Capitombolo esiste una copia realizzata da un allievo di Delleani, con analoghe misure e con data anticipata al 26.6.82, già in collezione biellese; riguardo Girotondo lo studioso evidenza l’erronea identificazione, da lui stesso indicata nella catalogazione generale dell’opera di Delleani, con Gingin Canarin, altro piccolo piacevole soggetto analogo realizzato nello stesso giorno. In realtà, come si evince facilmente dalla data ben leggibile posta sul dipinto, Gingin Canarin, dal titolo tratto da una filastrocca in piemontese, risale all’autunno di due anni prima, quindi poco dopo il rientro in Italia dal viaggio olandese compiuto con l’amico poeta Giovanni Camerana, esperienza rivelatrice di nuove percezioni degli effetti atmosferici in luoghi solitari.
E.S.