TAVOLINO DA SALOTTO, STAMPIGLIATO LOUIS MOREAU, FRANCIA, SECOLO XVIII
intarsiato in legni vari, di forma ovale a tre ripiani inquadrati da ringhierina in bronzo dorato, ciascun pianetto intarsiato con scene diverse raffiguranti vasi di fiori ed oggetti di uso quotidiano, gambe mosse su piedini in bronzo dorato, stampigliato sul fondo L. Moreau e due volte JME, cm 83x48x36, reca sul fondo foglio con biografia di Moreau in cui si specifica che nel 1771 comprò dall'ebanista Topino diversi mobili lastronati in bois de rose e d'amaranto
A FRENCH LOW TABLE STAMPED LOUIS MOREAU, 18TH CENTURY
Le opere di Louis Moreau, ebanista del Settecento francese, attivo a Parigi anche come mercante, presentano una grande varietà stilistica, spaziando dal Luigi XV, alla Transizione al Luigi XVI. L’utilizzo del mogano e una marqueterie che alterna motivi floreali a motivi geometrici, con applicazioni in bronzo dorato, sono un’altra caratteristica di questo ebanista. Rileva la boutique parigina «À la descente des Tuileries» del maître Denis Genty in Rue de L'Échelle-Saint-Honoré, che rinomina «À la Petite Boule Blanche» ed ottiene la maîtrise il 27 settembre 1764. Dal 1771 lo troviamo in veste di mercante in collaborazioni con alcuni celebri ebanisti del tempo, come Charles Topino, Jean-François Oeben, Jacques Bircklé, Pierre Antoine Foullet, Léonard Boudin ed altri ancora, lavorando allo stesso tempo per la Surintendance des Menus-Plaisirs du Roi e per la più ricca aristocrazia. Dal 1784 si impegna anche in politica e nel 1797 milita nel Cercle Constitutionnel du faubourg Saint-Antoine. A seguito dell’attentato de la rue Saint-Nicaise (1800) viene poi deportato alle Seychelles nel 1801, dove torna a produrre mobili in legno di takamaka. Fra le opere a lui attribuite troviamo una commode Transition proveniente dalla Samuel H. Kress Foundation e attualmente conservata al Metropolitan Museum of Art di New York ed un bonheur-du-jour Louis XVI al Musée Cognacq-Jay a Parigi. Il figlio, Louis anch’egli, diventa maître attorno al 1791, portando avanti l’arte del padre.