VERSATOIO, CASTELLI D’ABRUZZO, BOTTEGA POMPEI, 1550-1560 CIRCA
in maiolica dipinta in policromia con blu di cobalto, verde rame, giallo, giallo arancio, bruno di manganese e bianco di stagno; reca sul fondo numeri 833 e 146 in inchiostro scuro e vecchia etichetta di collezione con numero 116 stampato; alt. cm 24,5, diam. bocca cm 11,3, diam. piede cm 10,4
AN EWER, CASTELLI D’ABRUZZO, WORKSHOP OF POMPEI, CIRCA 1550-1560
Bibliografia di confronto
C. de Pompeis, C. Ravanelli Guidotti, M. Ricci (a cura di), Le maioliche cinquecentesche di Castelli. Una grande stagione artistica ritrovata, Pescara 1989, pp. C152-153
La brocca ha forma ovoidale con larga imboccatura e orlo estroflesso, collo cilindrico alto dal quale appena sotto la bocca si diparte un’ansa a nastro con terminale arricciato; sul fronte un cannello a forma di testa di drago, le cui scaglie sono decorate con motivi ripetitivi blu e giallo arancio; il beccuccio è collegato alla brocca e l'apertura del beccuccio, di colore blu, fuoriesce dalla bocca del drago. La brocca è interamente decorata su entrambi i lati con un ritratto di profilo di una dama con i capelli rossi legati da un fazzoletto, il collo decorato da una sottile collana che scende sul seno lasciato in evidenza dall’ampia scollatura del bustino arancio ricamato, che lascia intravvedere ampie maniche verdi. La figura è collocata su uno sfondo blu, incorniciato da elementi in riserva con tratti alla porcellana in blu cobalto su fondo arancio. Il retro della brocca è lasciato bianco, mentre il manico presenta un decoro in blu con linee a serpentina. Sotto i ritratti e il beccuccio un cartiglio bordato di giallo e ombreggiata di azzurro con la scritta oglio violate in caratteri gotici, ad indicare lo sciroppo di viola mammola, utilizzato in antichità per curare il mal di testa e come digestivo.
La brocca per sciroppo fa parte del noto gruppo Orsini-Colonna, insieme che comprende contenitori apotecari di varie tipologie, molto studiato soprattutto dopo i ritrovamenti archeologici a Castelli che negli anni ottanta hanno permesso di attribuire tale gruppo alla bottega di Orazio Pompei (1516 – 1590/1596), riconducendone la paternità all’Abruzzo. La bottega probabilmente produsse nel corso degli anni diverse serie di maioliche per altrettanti committenti, ma la vicinanza del ritratto, la morfologia e il decoro del nostro vaso lo fanno ritenere ancora legato al primo o al secondo gruppo di produzione, e quindi riferibile al secondo terzo del XVI secolo.
Numerosi i confronti conservate nelle principali collezioni museali internazionali, tra i quali ricordiamo quello del Metropolitan Museum of Art di New York (inv. n. 41.190.72), quello della Walters Art Museum di Baltimora (inv. n. 48.1488), del Victoria & Albert Museum di Londra (inv. n. c.80-1944), della National Gallery di Melbourne (inv. n. 600-D2), del Philadelphia Museum of Art (inv. n. 2011-186-1) e della Wallace Collection di Londra (inv. n. C51).