FROM THE RENAISSANCE TO THE EARLY 20TH CENTURY. AN ITINERARY THROUGH FIVE CENTURIES OF PAINTING

wed 11 May 2022
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Giuseppe Gronchi
(Firenze, 1882 - Firenze, 1944)

Giuseppe Gronchi

€ 2.500 / 5.000
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Giuseppe Gronchi

(Firenze 1882 - Firenze 1944)

GIUSEPPE VERDI

marble, 30x23 cm, yellow marble base, 16x16x10 cm

 

GIUSEPPE VERDI

marmo, cm 30x23, base in marmo giallo, cm 16x16x10

 

La fama di Giuseppe Gronchi, scultore fiorentino tra i più attivi in città, si consolida nei primi anni Trenta del  ‘900.

Negli anni Venti  lavora al teatro Savoia a Firenze (odierno Cinema Odeon), inaugurato nel 1922, realizzando fregi, maschere decorative e formelle all’interno del teatro. In queste opere il suo stile,  precedentemente influenzato da scultori quali Auguste Rodin e Vincenzo Gemito, è ormai aggiornato all'arcaismo di Émile-Antoine Bourdelle, in bilico tra influenze Decò e sinuosità Liberty, che contraddistinguerà la sua opera per tutto il Ventennio. Cospicua è la sua produzione di opere commemorative per i cimiteri fiorentini , tra lapidi e veri e propri monumenti dedicati ai caduti della Prima Guerra Mondiale, alcuni delle quali sono andate distrutte nel conflitto o nel Dopoguerra . In questo periodo il suo stile testimonia un certo eclettismo che, nella matrice déco, si  alterna tra il simbolismo, la vigorosa propaganda del regime, l'interpretazione del classicismo e il modellato solenne di Antonio Maraini con cui aveva lavorato al Teatro Savoia. 

Nel 1931 fa parte del gruppo di scultori chiamati alla decorazione della stazione di Milano Centrale e tra il 1930 e il 1932 esegue la fontana pubblicitaria per la Campari, opera replicata in numerosi esemplari di cui solo tre superstiti, dove evidenti sono le influenze secessioniste e di Ivan Meštrović.

A Firenze tra il 1934 e il 1935 partecipa alla decorazione della Biblioteca Nazionale Centrale, in particolare per i due telamoni dei rampanti dello scalone d'onore.

L’artista fiorentino è autore della maschera in marmo di Giuseppe Verdi che presentiamo in catalogo.
L’opera sembra strettamente concepita con il suo supporto sia per la ricerca di contrasto cromatico sia per la precisa  delineazione  del mento studiato per adattarsi alla base in marmo giallo.
Per la matrice simbolista con cui l’artista sceglie di realizzare il volto del Maestro sotto forma di maschera, invece che scultura a tutto tondo, l’opera si può collocare stilisticamente nel primo Ventennio del ‘900, proprio quando lo scultore esegue le decorazioni  per il Teatro Savoia, differenziandosi dal busto in bronzo di Verdi realizzato con timbro più verista.