(Roma - Vaticano - Architettura - Illustrati 700) ZABAGLIA, Nicola. Castelli e ponti di maestro Nicola Zabaglia, con alcune ingegnose pratiche, e con la descrizione del trasporto dell’Obelisco Vaticano. In Roma, nella stamperia di Niccolò, e Marco Pagliarini, 1743.
FIRST EDITION of this splendid treatise dedicated to the machines designed by the inventor, engineer and master mason Nicola Zabaglia (1664-1750) to tackle any type of building work from the transport of marble to interventions under the domes of St. Peter’s. Defective binding. Detailed description, condition report and additional images upon request.
PRIMA EDIZIONE di questo splendido trattato dedicato alle macchine ideate dall’inventore, ingegnere e maestro muratore Nicola Zabaglia (1664-1750) per affrontare ogni tipo di lavoro edilizio dal trasporto del marmo agli interventi sotto alle cupole di San Pietro. La parte testuale, in italiano e poi in latino, si apre con la vita e le opere di Nicola Zabaglia, seguita da una descrizione analitica del contenuto di ogni tavola. Le tavole iniziali illustrano strumenti da lavoro (martelli, seghe, trivelle, molle, ecc.), funi e nodi, come aggiuntare travi, tipi di traglie; macchine come argani, antenne, castelli; modi di allungare le scale e ponteggi; ornamentazione di pavimenti. Le tavole successiva sono dedicate a lavori pesanti come il trasporto del marmo dalle cave, la collocazione delle campane, l’inserzione di un grande dipinto in una nicchia. Seguono illustrazioni di svariati tipi di ponteggi in San Pietro e nelle sue cupole (alcuni anche molto complessi), e poi tavole dedicate all’erezione dell’obelisco vaticano, inclusa un’immagine davvero straordinaria che mostra l’immenso schieramento di forze umane ed animali utilizzate nell’impresa. Le incisioni, estremamente dettagliate e nitide, rendono bene il senso della vastità degli spazi e della complicatezza delle strutture ideate da Zabaglia, conferendo all’opera un’atmosfera che porta alla mente quella di certi disegni di Escher.
In folio (470 x 350 mm). [iv] 21 [i.e. 42] carte, [1], LIV tavole di cui [4] doppie. Mezzo vitellino coevo con piatti posteriormente rivestiti in pergamena, dorso riccamente decorato in oro (molto sciupato), sguardie rinnovate, fioriture, tavole occasionalmente brunite, strappo restaurato al frontespizio in latino lavori di tarlo al margine interno.