A JUG, MONTELUPO, LATE 16TH CENTURY
BOCCALE O QUARTONE, MONTELUPO, FINE SECOLO XVI
in maiolica dipinta in policromia; alt. cm 44, diam. bocca cm 16,5, diam. piede cm 18,6
Bibliografia di confronto
C. Ravanelli Guidotti, Maioliche “figurate” di Montelupo, Firenze 2012, pp. 192-194 n. 26
Il boccale ha corpo ovoidale, bocca trilobata e larga ansa a nastro con cordonatura di rinforzo, e poggia su un piede a disco. Il decoro, realizzato a piena policromia sulla parte frontale del vaso, mostra una scena di duello tra spadaccini ambientata in un paesaggio alberato con un tendaggio a scendere dall’alto a mo’ di sipario, circondata da una ghirlanda di foglie e frutta impreziosita sui fianchi da due putti alati e ai centri superiore ed inferiore da due teste di cherubino, il tutto chiuso verticalmente da due fasce decorate da un nastro sinuoso dipinto in blu; sul retro, sotto l’attacco del manico dipinto in blu, giallo e arancione, un motivo vegetale stilizzato realizzato con gli stessi colori.
Il grande boccale, probabilmente un unicum nel suo genere, si colloca a pieno nella tradizione del “figurato tardo” di Montelupo, una longeva e fortunata stagione in cui la produzione già sul finire del Cinquecento declina progressivamente la poetica aulica del “figurato canonico” in un nuovo linguaggio figurativo incentrato sull’osservazione della realtà - un fenomeno singolare nella cultura della maiolica italiana che incontrerà grande successo fino agli inizi del Settecento - dove a essere protagonisti non sono più personaggi storici, mitologici o allegorici, ma uomini e donne tratti dalla quotidianità e dall’immaginario collettivo popolare: contadini, meretrici, soldati, figure della Commedia dell’Arte campeggiano entro paesaggi essenziali, resi con un linguaggio compendiario e di grande freschezza e semplicità narrativa.
Lo stile essenziale in cui è realizzata la scena del duello non impedisce all’esperto pittore di soffermarsi su dettagli di solito poco curati, quali la resa dei lineamenti del volto o la plasticità delle pose dei due spadaccini, dedicandosi anche alla resa minuziosa degli abiti, impreziositi dai dettagli delle stoffe e dalle piume dei cappelli. Anche la “cornice” della scena, realizzata tramite una ghirlanda di foglie e frutti arricchita da putti, lascia trasparire tutta la maestria del pittore che delinea i contorni dei due putti alati con rapidi tratti di manganese, utilizzando poi il colore per dare volume alle superfici.
Il boccale in oggetto rappresenta dunque una significativa aggiunta alla produzione di “figurato tardo” su forme “chiusa”, finora nota, secondo Carmen Ravanelli Guidotti, in un unico esemplare databile agli inizi del XVII secolo, pubblicato nel volume sulle maioliche “figurate” di Montelupo.