A BOWL, MARCHE, PROBABLY PESARO, WORKSHOP OF LANFRANCO GIROLAMO DALLE GABICCE, 1542
COPPA, MARCHE, PROBABILMENTE PESARO, BOTTEGA DI LANFRANCO GIROLAMO DALLE GABICCE, 1542
in maiolica dipinta in policromia con bruno di manganese, verde ramina, blu di cobalto giallo e giallo arancio. Sul retro iscrizione in caratteri corsivi redatti in blu cobalto “Ateon converse in/ cervio da diana-1542"; diam. cm 28,2, diam, piede cm 12,7, alt. cm 7
Bibliografia di confronto
G. Biscontini Ugolini, Di alcuni piatti pesaresi della Bottega di Lanfranco delle Gabicce, in "Faenza", 2, 1978;
P. Bonali, R. Gresta, Girolamo e Giacomo Lanfranco dalle Gabicce maiolicari a Pesaro nel secolo XVI, Rimini 1987;
G. Bojani, Fatti di ceramica nelle marche dal Trecento al Novecento, Macerata 1997
Bibliografia di confronto
G. Biscontini Ugolini, Di alcuni piatti pesaresi della Bottega di Lanfranco delle Gabicce, in "Faenza", 2, 1978;
P. Bonali, R. Gresta, Girolamo e Giacomo Lanfranco dalle Gabicce maiolicari a Pesaro nel secolo XVI, Rimini 1987;
G. Bojani, Fatti di ceramica nelle marche dal Trecento al Novecento, Macerata 1997
La coppa presenta cavetto concavo con tesa alta terminante in orlo sottile arrotondato e larga tesa appena inclinata, e poggia su un piede alto dall’orlo svasato. Al verso sotto il piede in caratteri corsivi redatti in blu cobalto si legge “Ateon converse in/ cervio da diana-1542". L'episodio, derivato dal mito, raffigura Atteone che, dopo aver sorpreso Diana e le compagne mentre facevano il bagno, viene tramutato in cervo e sbranato dai suoi stessi cani. Qui la dea e le compagne sono raffigurate con aria sorpresa mentre si ritraggono, parzialmente coperte da alcuni veli svolazzanti, e Diana sembra spruzzare con la mano destra dell’acqua verso lo sventurato cacciatore che tenta la fuga mentre i cani lo aggrediscono.
Il paesaggio circostante è dipinto con grande incisività: una grande roccia forata fa da sfondo, mentre su un’altra cresce un alberello da una zolla arrotondata, e in lontananza si vede un paesaggio lacustre con una piccola città con cupole e contrafforti ad archi, mentre sulla sinistra se ne scorge un’altra in lontananza, ombreggiata di blu. Ciuffi di fiori appena percepibili ornano le rocce, uno steccato delimita la riva. I corpi delle donne sono robusti con muscolatura evidente e seni rotondi, i volti larghi con piccole bocche appena socchiuse. Tanti di questi elementi stilistici richiamano alcune opere riferibili al Pittore del Pianeta Venere, probabilmente Nicola da Fano, attivo in questo periodo a Pesaro presso la bottega di Lanfranco Girolamo dalle Gabicce. Purtuttavia siamo propensi a attenerci ad una attribuzione ancora prudenziale alla bottega.