A CHARGER, DERUTA, 1520-1530
PIATTO DA PARATA, DERUTA, 1520-1530
in maiolica decorata in blu di cobalto e lustro dorato; diam. cm 40,2, diam. piede cm 12,4, alt. cm 8
Bibliografia di confronto
J. Giacomotti, Catalogue des majoliques des musées nationaux., Parigi 1974, p. 169 n. 555-556;
T. Wilson, Italian Maiolica of the Renaissance, Milan 1996, pp. 78-79 n. 35
T. Wilson, Italian maiolica in the collection of international Gallery of Victoria, Melbourne 2015, pp. 56-57
C. Fiocco, G. Gherardi, in G. Busti, F. Cocchi, Maiolica, lustri oro e rubino della ceramica dal Rinascimento a oggi, Perugia 2019, nn. 22-23
Il piatto da pompa mostra la caratteristica forma con cavetto profondo e largo, tesa ampia, obliqua e terminante in un orlo rifinito a stecca appena rilevato; poggia su piede ad anello, anch’esso appena rilevato, forato in origine prima della cottura per consentirne l’esposizione. Il decoro è realizzato con tecnica mista ottenuta in due cotture: la prima a gran fuoco con blu a due toni, la seconda in riduzione per l’ottenimento del lustro. Il retro è interamente ricoperto da un’invetriatura appesantita di bistro camoscio.
Al centro del cavetto una figura di imperatore romano, ritratto di profilo con il capo cinto da una corona trionfale e il busto avvolto nella toga che lascia scoperti il collo e una porzione delle spalle; alle sue spalle una porzione scura ombreggiata di blu e di fronte uno scorcio di paesaggio con colline arrotondate ornate da corolle di gigli e sullo sfondo alcune casette. La tesa, poco comune, è interamente decorata con un motivo a baccellature campite di lustro dorato e sottolineate da tratti arrotondati ricavati a risparmio e ombreggiati di blu.
I piatti con figura di imperatore, come i ritratti amatori o quelli con ritratti di condottieri, appartengono al repertorio dei grandi bacili da pompa di produzione derutese e se ne conoscono numerosi esemplari di confronto, sia decorati a lustro, sia a policromia, accompagnati da un paesaggio oppure da cartigli con motti. Secondo alcuni studiosi questi ritratti derivano forse da medaglie bronzee o monete riprodotte in disegni o incisioni.
La qualità pittorica, la cifra stilistica importante nella realizzazione della tesa e del paesaggio, lo stile sicuro nella realizzazione del volto e della capigliatura rendono l’esemplare in oggetto particolarmente prestigioso. Un esemplare prossimo al nostro piatto, databile al 1525, con tesa a embricazioni è conservato al Walters Art Museum (Inv. 481321). Ma il confronto con un piatto da pompa raffigurante una figura femminile di profilo con copricapo e tesa del tutto coerente, custodito alla National Gallery di Victoria in Australia, costituisce a nostro avviso un riferimento fondamentale: nella sua pubblicazione infatti Timothy Wilson ha riconosciuto i modi dell’importante pittore derutese Nicola Francioli detto “Co”.