AN EWER, DERUTA OR TUSCIA, EARLY 16TH CENTURY
VERSATOIO, DERUTA O TUSCIA, INIZIO SECOLO XVI
in maiolica decorata in blu di cobalto, giallo, giallo arancio, verde e rosso ferro; alt. cm 22,2, diam. bocca cm 10,8, diam. piede cm 10,7
Bibliografia di confronto
G.C. Bojani, C. Ravanelli Guidotti, A. Fanfani (a cura di), Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza. La donazione Galeazzo Cora. Ceramiche dal Medioevo al XIX secolo, Milano 1995, p. 289 n. 739
Il vaso da farmacia ha corpo di forma globulare, rastremato al collo, cilindrico e con bocca larga a orlo estroflesso e piano; il manico è a nastro, di spessore alto, mentre dalla pancia, sul fronte si alza un cannello cilindrico appena rastremato verso l’alto portato alto e dipinto in verde. L’interno è smaltato a bistro marrone cammello. L’ornato si concentra nella parte anteriore del contenitore con una ghirlanda fogliata di tipo robbiano con piccoli frutti, fermata da un nastro incrociato e centrata da piccoli dischi collocati in alto e in basso. Al suo interno il campo è riempito da pennellate arancio che circondano un motivo a riserva con cornucopie, rivolte in alto, e centrate da boccioli chiusi, mentre un’altra infiorescenza a foglie accartocciate si diparte dal cartiglio e riempie il campo sottostante. Al centro del decoro un cartiglio rettangolare, ombreggiato di azzurro, con una scritta farmaceutica delineate in caratteri cubitali in blu di cobalto DIA.MORO, ad indicare il preparato elettuario Diamoron di Galeno composto da more e miele. Nella parte posteriore, attorno al cartiglio, una sottile decorazione a nastri.
Il vaso è coerente con la produzione umbro-laziale dei primi anni del XVI secolo di cui sono noti esemplari con decori anche più complessi e raffinati. Tuttavia questo esemplare, che per dimensioni doveva appartenere a un servizio farmaceutico di facile uso, si distingue per stato di conservazione e schiettezza del decoro delineato con rapida sicurezza. Un orciolo simile, ma con decorazione alla porcellana nel medaglione, è conservato al MIC di Faenza (inv. 21055/c).