A FRENCH MANTEL CLOCK, PARIS, 1800-1810
OROLOGIO DA CAMINO, PARIGI, 1800-1810
Les porteurs mauriciens
bronzo dorato e patinato con quadrante in smalto; cm 46,5x34,5x12,2
La base, di forma trapezoidale, è impreziosita sul fronte da un episodio a bassorilievo tratto dal romanzo di Bernardin de Saint-Pierre, inserito tra due fregi vegetali. Sopra, due robusti portatori mauritiani reggono una portantina sulla quale sono seduti Paolo e Virginia con un cagnolino, mentre dalla stessa portantina scendono dei festoni di fiori e frutta ad incorniciare il quadrante circolare.
Comparative Bibliography
P. Kjellberg, Encyclopédie de la pendule francaise du Moyen Age au XX siècle, Parigi 1997, p. 358 ill. B;
J-D. Augarde, Une Odyssée en pendules. Chef-d’oeuvre de la Collection Parnassia, Vol. II, Dijon 2022, pp. 388-389 n. 99
PAUL ET VIRGINIE
di Bernardin de Saint-Pierre
Il romanzo Paul et Virginie, pubblicato da Bernardin de Saint-Pierre nel 1788, si inserisce nella linea di riflessione sul mito dell’età dell’oro vivificata da Rousseau alla metà del Settecento. Narra infatti il tragico idillio di due giovani in un ambiente naturale esotico e incorrotto. Il narratore scopre le rovine di due capanne in una piana interna dell’Île de France, ora Isole Mauritius. Un vecchio venerando gli racconta la storia di chi abitò quelle capanne. Paul e Virginie sono figli di due donne francesi, rispettivamente la contadina bretone Marguerite e la nobile Madame de La Tour, con due storie d’amore infelice: la prima è abbandonata dal gentiluomo che l’ha sedotta; la seconda è diseredata perché sposa un uomo di condizione inferiore che muore di febbri pestilenziali in Madagascar; entrambe sono emarginate dal paese natale per non aver rispettato le convenzioni sociali della ‘civile’ Europa. Aiutate da una coppia di servi neri, le due donne mettono a frutto la terra e allevano i loro figli come fratello e sorella. I due giovani crescono puri e innocenti nell’isola tropicale, a stretto contatto con una natura-madre benigna che si impone come modello etico alternativo a quello borghese europeo. L’idillio si spezza nel momento in cui Virginie è richiamata in Francia da una ricca zia, una marchesa che vuole farla sua erede e darla in moglie a un buon partito: prevedendo ingenuamente un vantaggio per i propri cari, la fanciulla riluttante viene costretta, anche dalle pressioni del governatore dell’isola e di un religioso, a trasferirsi in Francia, ma il prezzo da pagare è troppo alto, e il conflitto natura/cultura sembra risolversi a favore della prima. Virginie lascia Parigi e torna alla sua isola, ma, poco prima dello sbarco, una tempesta fa naufragare il Saint-German, la nave che la porta: piuttosto di spogliarsi e gettarsi in acqua per salvarsi (ed è un rifiuto che allegorizza l’impegno a preservare la propria ‘verginità’ inscritta nel suo stesso nome), la giovane decide di morire sotto lo sguardo impotente dell’amato che osserva la tragica scena dalla riva. Alla morte di Virginie segue quella di Paul e, a ruota, quella delle due madri e dei due servi.