Carlo Lodi
(Bologna, 1701-1765)
Antonio Rossi
(Bologna, 1700-1753)
TELEMACO E MENTORE NEL GIARDINO DI CALIPSO
tempera su tela sagomata, cm 196x296
TELEMACHUS AND MENTORE IN THE GARDEN OF CALYPSO
tempera on shaped canvas, cm 196x296
Provenienza
San Lazzaro di Savena, Villa Boncompagni “alla Cicogna”; collezione privata
Esposizioni
L’arte del Settecento emiliano. Bologna, Museo Civico, 8 settembre – 25 novembre 1979, n. 419
Bibliografia
L. Crespi, Felsina pittrice. Vite dei pittori bolognesi III, Roma 1769, p. 197;G. Zucchini, Paesaggi e rovine, Bologna 1947, pp. 26-27; G. Cuppini-A.M. Matteucci, Ville del Bolognese, Bologna 1967, pp. 122, 236; R. Roli, Pittura bolognese 1650-1800. Dal Cignani ai Gandolfi, Bologna 1977, pp. 199-200; 273; 291; fig. 367c; R. Grandi, in L’arte del Settecento emiliano. Architettura. Scenografia. Pittura di paesaggio. Catalogo della mostra, Bologna 1979, p. 334, fig. 347; A. Cera, La pittura bolognese del 700, Milano 1994, Carlo Lodi, fig. 10
Come nella coppia al numero precedente e le altre scene note dello stesso ciclo, abbiamo modo di apprezzare qui la straordinaria maestria con cui Carlo Lodi, come riportato dalle fonti a lui coeve, era in grado di affrontare commissioni importanti grazie alla padronanza del mestiere di paesista e scenografo e la collaborazione con figuristi di abilità sperimentata, in particolare Antonio Rossi fino al 1753 e poi Nicola Bertuzzi.Evidente l’impianto da scenografia teatrale che nel nostro dipinto pone al centro una prospettiva architettonica a metà tra il gotico e il barocco, incorniciandola con quinte arcuate di alberi e rocce. L’intera serie si distingue per la delicata gamma cromatica che nei toni freddi della tempera sperimenta tutte le variazioni dell’azzurro, del verde e del rosa restituendo l’atmosfera incantata che la storia richiede.