A BOWL, PESARO, SFORZA DI MARCANTONIO, 1546
COPPA, PESARO, SFORZA DI MARCANTONIO, 1546
In maiolica dipinta in policromia. Sul retro in blu iscrizione Glin portuni Vilan Ra/nochie fersi Vedi ovidio e data 1546, ed etichetta della GALLERIA SANGIORGI / ROMA; diam. cm 26,6, diam. piede cm 15, alt. cm 5,2
Comparative Bibliography
G. Biscontini Ugolini, Sforza di Marcantonio figulo Pesarese cinquecentesco, in “Faenza”, LXV, 1979, fasc. 1, pp. 7-10;
P. Bonali, R. Gresta, Girolamo e Giacomo Lanfranco dalle Gabicce maiolicari a Pesaro nel secolo XVI, Rimini 1987, p. 94;
D. Thornton, T. Wilson, Italian Renaissance Ceramics. A catalogue of the British Museum, Vol. I, Londra 2009, pp. 99-100, n. 64, pp. 356-357, n. 210.
La coppa ha basso piede ad anello, tesa breve orizzontale e ampio cavetto; l’intera superficie è decorata a policromia raffigurando l’episodio narrato da Ovidio (Metamorfosi. Libro VI, 313-381) in cui Latona, in fuga da Giunone dopo aver generato con Giove i figli Apollo e Diana, giunge in Licia, ma mentre cerca di bere alcuni contadini glielo impediscono ripetutamente suscitando l’ira della dea che li condanna a restare là per sempre trasformandoli in rane. La coppa per morfologia e stile, caratterizzato da toni leggeri, profili angolari, sopracciglia cadenti, articolazioni e muscoli arrotondati e anche dalla grafia della legenda sul retro, è attribuibile a Sforza di Marcantonio de Guiliani, pittore originario di Castel Durante, presente a Urbino negli anni 1530-1540 vicino a Xanto Avelli e quindi a Pesaro presso la bottega di Lanfranco dalle Gabicce, dove secondo Bonali e Gresta dovette essere presente entro il maggio del 1548. La coppa trova riscontro in opere del pittore presenti al museo di Pesaro, ma ricordiamo anche per coincidenza cronologica una coppa con Enea e Anchise, oggi al Metropolitan Museum di New York, datata 1546.