A PLATE, SIENA, FERDINANDO MARIA CAMPANI, CIRCA 1745
PIATTO, SIENA, FERDINANDO MARIA CAMPANI, 1745 CIRCA
in maiolica dipinta in policromia a gran fuoco; diam. cm 31,4, alt. cm 3,6
Comparative Bibliography
E. Pellizzoni, G. Zanchi, La maiolica dei Terchi. Una famiglia di vascellari romani nel ’700 tra Lazio e Impero Austro-ungarico, Firenze 1982. p. 78, n. 64 e p. 95, n.83.
Il grande piatto ha cavetto piano, tesa orizzontale e bordo arrotondato. L’ornato a pieno campo raffigura un lupo con la zampa imprigionata in una tagliola: l’animale è raffigurato in modo naturalistico mentre latra disperato per la ferita subita. Il piatto è riferibile alla produzione della manifattura dei principi Chigi di Siena, che ebbero alle loro dipendenze Bartolomeo Terchi prima e quindi Ferdinando Maria Campani tra le sedi di Siena e San Quirico d’Orcia. Il piatto ci pare attribuibile al maestro Campani attorno al 1745 circa, basandosi su numerosi elementi caratteristici: la matericità sfumata dei colori dell’ornato e la capacità di esaltare pittoricamente, soprattutto nel modo di trattare il paesaggio sfumato sullo sfondo, ma ricco di particolari, l’uso abbondante del pigmento scuro nelle zolle all’esergo, ma anche i piccoli tratti paralleli nel definire il manto erboso, tutti elementi che richiamano in particolare i piatti del Campani con scene campestri, come ad esempio quello raffigurante l’allegoria dell’autunno da raccolta privata o la placca con Adamo ed Eva del V&A di Museum Londra (inv. n. 6670).