IMPORTANT MAJOLICA FROM RENAISSANCE TO THE 18TH CENTURY

Florence, 
thu 26 October 2023
Live auction 1252
50

Orazio Fontana
(1510 - 1590)

AN ANPHORA VASE, URBINO, WORKSHOP OF ORAZIO FONTANA, 1560-1570

€ 8.000 / 12.000
Estimate
Evaluate a similar item

AN ANPHORA VASE, URBINO, WORKSHOP OF ORAZIO FONTANA, 1560-1570

 

VASO A ANFORA, URBINO, BOTTEGA DI ORAZIO FONTANA, 1560-1570

In maiolica dipinta in policromia; alt. cm 58,5, diam. max cm 29

 

Comparative Bibliography

H. Dahlbäck Lutteman, Majolika från Urbino och andra orter i Italien i Nationalmuseum Stockholm, Stockholm 1981, pp. 123-125 scheda 11b;

F. Trevisani, Le ceramiche dei duchi d'Este. Dalla guardaroba al collezionismo, Milano 2000, pp. 138-139;

C. Ravanelli Guidotti, “Maioliche della più bella fabbrica”. Selezione dalle Civiche Collezioni Bresciane e da collezioni private, cat. della mostra, Brescia 2006, pp. 64-73, nn. 15-16.

 

Il vaso ha corpo a balaustro con profilo sinuoso che rastrema verso un piede alto e poggiante su piccola base triangolare ad angoli smussati; il collo si innesta sulla spalla arrotondata e si erge alto con collare rilevato nel mezzo e imboccatura circolare con orlo svasato da cui scendono due anse anguiformi che terminano attorno a due mascheroni. L’impianto decorativo, delineato con grande perizia, mostra Tritoni e Nereidi Oceanine, inseriti in un paesaggio marino con l’orizzonte illuminato da un cielo serotino. Sul fronte spiccano le figure di un tritone e una nereide a cavallo di mostri marini, mentre Eros che guida un mostro marino conduce alle loro spalle a un cambio di prospettiva con una nereide adagiata su un delfino e un altro erotino sempre su un delfino che riempiono l’altro lato; infine un tritone armato di tridente cavalca un mostro alato. E sullo sfondo un paesaggio montano con piccoli centri abitati che si specchiano sulla costa.

Le figure sono raffigurate secondo uno schema decorativo che trova riscontro in modo particolare in due vasi morfologicamente affini presenti nelle Collezioni Estensi di Modena (inv. nn. 2029-2030), che nel tempo sono stati attribuiti a manifattura urbinate della decadenza prima, e quindi giustamente riportati agli onori della bottega di Orazio Fontana. Il vaso in oggetto si inserisce pertanto nella produzione alta della bottega, che utilizza riferimenti iconografici particolarmente colti soprattutto nella produzione di vasi da parata. Il filo conduttore iconografico, che riporta anche alla grande produzione della bottega per la farmacia di Loreto, è giustificabile con la presenza in bottega di incisioni, non ultima quella del Quos Ego con figura di Nettuno. Questa scelta decorativa si ritrova infatti anche in altri esemplari che appartengono alla produzione per le credenze granducali di Guidobaldo II, e quindi dopo il 1565 per le committenze modenesi, a cui per somiglianza morfologica e stilistica riteniamo di poter attribuire questo esemplare. Le naumachie commissionate dai Duchi d’Este ben si associavano a tematiche marine cui questo vaso si ispira.

Tra gli altri esemplari affini ricordiamo il grande vaso con base a delfini e il semicorpo ad anfora con figure marine del Museo di Santa Giulia a Brescia, ma anche le due anfore del Museo di Stoccolma.