Rembrandt Bugatti
(Milano 1884 - Parigi 1916)
PORTRAIT OF LADY PORTA
bronze, 40x32x32 cm
signed and dated "1901"
RITRATTO DELLA SIGNORA PORTA
bronzo, cm 40x32x32
firmato e datato “1901”
Provenienza
Collezione privata
Bibliografia
V. Fromanger, Rembrandt Bugatti sculptor. Repertoire monographique; a meteoric rise, Parigi 2016, p. 268, n. 23.
Bibliografia di riferimento
Prima Esposizione Quadriennale 1902, catalogo della mostra (Torino, 1902), Torino 1902, p. 73, n. 1020.
G. Ginex, Von Mailand nach Paris, Die Anfänge Rembrandt Bugattis im lich der Kuns seiner Heimatstadt, in Rembrandt Bugatti: Der Bildhauer 1884-1916, catalogo mostra (Berlino, 28 marzo -27 luglio 2014), Berlino 2014, p.18, abb. 1.
All’alba del XX secolo, tra Pavia, Milano e sulle montagne, Rembrandt Bugatti osservava e studiava con passione animali domestici e da cortile, senza aver ancora incontrato animali selvaggi, come accadrà successivamente presso lo Zoo parigino.
Parallelamente, le rare figure umane oggetto delle sue sculture sono modelle incontrate presso i bagni pubblici o uomini e donne appartenenti alla cerchia di famigliari e amici.
I gessi del periodo erano piuttosto essenziali. La Galleria Grubicy di Milano possedeva alcuni modelli in bronzo firmati dall’artista, ma non recanti marchio e timbro della fonderia, ovvero quelli della fonderia “Giudici e Strada”.
Ed è proprio in occasione della presentazione dei primi bronzi di Bugatti presso la Quadriennale di Torino del 1902, che tra questi fa la propria comparsa anche il gesso Macchietta della Signorina Porta. Laddove la definizione di “macchietta” risale allo stesso artista, lasciando intendere un modello da considerarsi più un abbozzo che uno studio vero e proprio.
L’opera è ulteriormente documentata da una foto dello Sladmore Archive e una degli archivi Rembrandt Bugatti, ritraente i gessi dell’artista nel suo studio milanese nel 1900.
Secondo i documenti sino ad oggi pervenuti sull’ attività della Fonderia Giudici e Strada per Alberto Grubicy, si registra una sola fusione in bronzo della Macchietta della Signora Porta, di cui si indica l’altezza di cm 40, così come sappiamo dell’assenza di cachet del fonditore.
È pertanto con grande piacere che Pandolfini presenta in catalogo il bel bronzo, sinora sconosciuto al grande pubblico.
Firmata e datata 1901, l’opera proviene da una collezione privata, cui è appartenuta sin dai primi decenni del secolo scorso.
Partendo dunque dalla sicura datazione del gesso al 1901 e considerando che come tale figura alla Quadriennale torinese dell’anno seguente, si può ipotizzare la fusione del bronzo attorno al 1903.
La figura elegante e snella della Signora Porta, di cui ad oggi non è noto nulla oltre al nome, si erge morbidamente assisa su quella che la Dott.ssa Fromanger ha individuato come una seduta ideata dal designer Carlo Bugatti, fratello dell’artista.
Il bronzo è un chiaro omaggio all’influenza artistica del celebre principe Troubetzkoy, caro amico della famiglia Bugatti, che incoraggiò il piccolo Rembrandt a dedicarsi alla scultura.