A BOULBOUS JAR, VENICE, MASTRO DOMENICO AND COWORKERS, CIRCA 1570
VASO A BOCCIA, VENEZIA, MASTRO DOMENICO E COLLABORATORI, 1570 CIRCA
in maiolica dipinta a policromia in blu, giallo, giallo arancio, verde ramina e bianco di stagno, manganese; alt. cm 37, diam. bocca cm 13,2, diam. piede cm 15,8
Comparative literature
M. Vitali, Omaggio a Venezia. Le ceramiche della Fondazione Cini. I, Faenza 1998, p. 36 n. 14 e p. 39 n. 17;
C. Ravanelli Guidotti, Omaggio a Venezia. Maioliche veneziane tra manierismo e barocco nelle raccolte del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza. II, cat. della mostra, Faenza 1998, pp. 71-72 n.20 e bibliografia relativa;
M. Marini, Maioliche e ceramiche del Museo Nazionale del Bargello, Torino 2024, p. 95 n. 119
Il vaso farmaceutico ha corpo globulare con collo cilindrico alto terminante in un orlo appena estroflesso, e poggia su una base piana a disco. La decorazione, che interessa l’intera superficie, vede da un lato un medaglione circolare incorniciato da motivo ad ampie volute accartocciate, contenente le figura di un gentiluomo con copricapo a sacco di colore blu vestito di un farsetto a bottoni di colore arancio da cui fuoriesce una gorgiera di stoffa sottile, la cui trasparenza è resa con sapiente uso del grigio; il ritratto spicca sul fondo maiolicato lasciato banco e illuminato da una fascia a raggera gialla con sottili filettature arancio. Tale ritratto maschile trova un riscontro preciso in un piatto a fondo berettino del Museo del Bargello a Firenze (inv. n. 1932M) assegnato da Marino Marini alla produzione veneta della metà del XVI secolo, il quale nella scheda ricorda opere con la medesima tipologia di copricapo, tra cui una boccia transitata sul mercato nel 1988 che vede, con uno stile pittorico meno sicuro del nostro, lo stesso ritratto di giovane con copricapo (Semenzato, novembre 1988, lotto 77). Sull’altra faccia, entro un medaglione gemello e secondo le medesime scelte decorative, spicca invece un ritratto di gentildonna raffigurata frontalmente, le orecchie e il collo adorni di lapislazzuli, capigliatura alta con discriminatura centrale, vestita di un abito di colore viola con ampia scollatura orlata da un collo di pizzo che lascia appena visibile il seno. La particolarità del ritratto frontale, di solito raffigurati di profilo, accomuna il nostro vaso con uno globulare del MIC di Faenza (inv. n. 8487) e con la boccia a orlo gittato della collezione Cini, entrambi esposti nella mostra della Fondazione Cini a Venezia; e si veda inoltre la boccia, sempre nelle collezioni del MIC (inv. n. 8397), dipinta però con uno stile diverso, al punto da poter individuare la mano di pittori differenti e talvolta addirittura la mano del maestro di bottega.
La superficie restante del vaso è ricoperta su fondo blu graffito da una fitta decorazione con corolle di fiori, piccoli frutti e larghe foglie di acanto multicolori e in una versione inusuale blu chiaro.
L’opera può essere inserita a pieno titolo nel catalogo dei manufatti della bottega di Mastro Domenico nel terzo quarto del XVI secolo: il tipico decoro a frutti e fiori e a medaglioni con figure della bottega veneziana ci restituisce alcuni ritratti realistici, fermando il tempo su immagini di vecchi, fanciulli, dame e cavalieri nonché di guerrieri in armi. E la decorazione delle cornici secondo la tipologia a larghi girali con motivo accartocciato ebbe un grande successo, soprattutto a sottolineare i ritratti, anche negli epigoni di imitazione nelle manifatture meridionali.