IMPORTANT RENAISSANCE MAJOLICA

Florence, 
wed 2 October 2024
Live auction 1330
1

A PHARMACY JAR (ALBARELLO), MAESTRO DELLA CAPPELLA BRANCACCIO (ATTR.), 1470-1480

€ 6.000 / 9.000
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A PHARMACY JAR (ALBARELLO), MAESTRO DELLA CAPPELLA BRANCACCIO (ATTR.), 1470-1480

 

ALBARELLO, NAPOLI, MAESTRO DELLA CAPPELLA BRANCACCIO (ATTR.), 1470-1480

in maiolica dipinta in policromia con blu di cobalto, giallo ocra, verde ramina, bruno di manganese nei toni del viola e del nero; alt. cm 21,5, diam. bocca cm 9,2, diam. piede cm 8,8

 

Provenance

Sotheby’s, Firenze, 19 ottobre 1970, lotto 5;

Sotheby’s, Milano, 2 dicembre 1998, lotto 253;

Collezione privata

 

Exhibition

Mostra della Ceramica Italiana del Rinascimento, a cura della Fondazione Mitzukoshi e Museo di Faenza, Tokyo/Nagoya, 1981 (cat. n. 9)

 

Literature

G. Donatone, La maiolica napoletana dagli Aragonesi al Cinquecento, Napoli 2013, fig. 6.a

 

Comparative literature

J. Giacomotti, Catalogue des majoliques des musées nationaux, Parigi 1974, pp. 27-28 n. 86

 

L’albarello ha forma cilindrica appena rastremata al centro, spalla e calice angolati, collo breve con orlo estroflesso tagliato a stecca e piede piano anch’esso rifinito a stecca. Lo smalto, che ricopre l’intera superficie lasciando scoperto il piede, è povero, di colore bianco-crema con inclusioni, bolliture e crettature; l’interno non è smaltato. Il collo del vaso è decorato da una doppia coppia di filetti intervallati sulla spalla da una serie di trattini obliqui delineati con rapidità. Il corpo è interessato, nella parte anteriore, dalla raffigurazione di una pantera gradiente a destra su un prato fiorito, racchiusa entro una cornice che ne segue i contorni, secondo una scelta in uso nel primo Rinascimento che sembra interessare trasversalmente tutte le manifatture italiane. Due fogliette lanceolate riempiono gli spazi lasciati liberi dalla linea di contorno, collegandosi al retro dove si sviluppa un motivo a foglia accartocciata accompagnata da un fitto motivo a spirali e punti a completamento dell’ornato. La pantera, dipinta in giallo ocra, ha testa piccola con bocca chiusa e il collo coperto da uno spesso collare con anello.

Il nostro albarello è transitato sul mercato a partire dagli anni settanta con attribuzione ad ambito toscano o faentino, attribuzione presente anche nella scheda del catalogo di una mostra tenutasi in Giappone nel 1981, variata però in seguito alla pubblicazione da parte di Guido Donatone nel 2013, che propone un’attribuzione dello stesso alla bottega napoletana del cosiddetto Maestro della Cappella Brancaccio, con una datazione ascrivibile alla seconda metà del XV secolo, associato per confronto ad altre opere di questa bottega, non ultimo un albarello con cane o felino gradiente associato ad altro decoro secondario. Da segnalare anche l’interessante confronto con un albarello “gemello” conservato al Museo del Louvre (inv. n. OA 8232) databile al 1475 e attribuibile secondo Jeanne Giacomotti a Faenza.