Antonello and Antonino Gagini, figure of a saint (Saint Nymph?), circa 1525, marble
Antonello Gagini
(Palermo 1478 – 1536)
e Antonino Gagini
(Messina 1505 – Palermo 1574)
FIGURA DI SANTA (SANTA NINFA?), 1525 CIRCA
scultura in marmo, cm 170x65x38
Literature
H.W. Kruft, Antonello Gagini und seine Söhne, Monaco 1980, p. 377 n. 52
The Italian Soprintendenza considers this lot to be a work of national importance and requires it to remain in Italy; it cannot therfore be exported from Italy.
L'opera in oggetto rappresenta una figura femminile in marmo, a tutto tondo e a grandezza naturale, abbigliata con una tunica e un manto. Per quanto essa sia priva di attributi simbolici o altri elementi che possano suggerire una sua identificazione, tanto l'abbigliamento quanto la postura solenne e l'atteggiamento espressivo, inducono a credere che si tratti della figura di una santa. Inoltre la presenza di tre fori nella parte sinistra del busto si possono riferire ad attributi simbolici oggi scomparsi.
Hanno-Walter Kruft nella sua monografia su Antonello Gagini ha ricostruito le vicende novecentesche di questa scultura, associandola ad un gruppo di altre tre analoghe opere con le quali forma una serie coerente, tale da far ipotizzare la medesima provenienza, presumibilmente chiesastica e verosimilmente siciliana. Lo studioso ci informa che queste statue furono acquistate in blocco a Palermo dall'antiquario Joseph Brummer nel 1936.
Lo studio più circostanziato sulla santa gaginiana si deve, come abbiamo detto, al Kruft, il quale sostiene che la scultura sia sicuramente uscita dalla bottega gaginiana, ma forse non propriamente dallo scalpello di Antonello. L'analisi stilistica sembra infatti collocare l'opera alla fine della carriera di Antonello, cui si deve verosimilmente la sua ideazione, mentre la realizzazione sarebbe stata affidata al figlio Antonino. Antonino alla morte del genitore portò a conclusione molte delle opere avviate dal padre, fra cui alcune pertinenti alla monumentale tribuna del Duomo di Palermo. Se confrontate con questa importante realizzazione gaginiana appare evidente la stretta affinità fra il gruppo delle quattro sante che convenzionalmente chiamate Brummer, e le quattro analoghe sculture del Duomo di Palermo.