Asta un secolo tra collezionismo e mercato antiquario a firenze | 19 ottobre 2016

Il 19 ottobre, nella sede fiorentina di Palazzo Ramirez Montalvo, alle 17.30 sarà battuto il primo dei 121 lotti che compongono il catalogo dedicato alla Raccolta degli antiquari fiorentini Salvatore e Francesco Romano, una vendita che testimonia il nascere e l’evolversi del gusto che ha caratterizzato il primo Novecento.

Un catalogo d’interesse storico non solo per l’importanza delle opere presentate ma perché è stato realizzato in piena collaborazione con Andrea Bacchi - professore presso l’Università di Bologna e direttore della Fondazione Federico Zeri, e Giancarlo Gentilini – professore presso l’Università degli Studi di Perugia.

Il catalogo realizzato da Pandolfini Casa d’Aste è forse il primo nella storia delle vendite all’asta realizzato con la completa collaborazione di due studiosi così importanti, tra i più profondi e stimati conoscitori della storia della scultura italiana rinascimentale e non solo, un’operazione che sottende al fatto che questo catalogo diventi in futuro un vero e proprio volume d’arte.
Pandolfini Casa d’Aste apre, dunque, la seconda metà dell’anno con una vendita di grande prestigio, particolarmente significativa per il mercato antiquario, il collezionismo italiano e internazionale, e gli studi in materia di arte antica italiana.

La Raccolta Romano s’inizia a formare negli anni ’20 del Novecento quando Salvatore, con il figlio Francesco, si trasferisce da Napoli a Firenze dove, in breve, per il gusto raffinato e il garbo che lo distingue entra in quella ristretta cerchia di antiquari, studiosi e mercanti che fanno del capoluogo toscano il cuore del mercato antiquariale e collezionistico internazionale. Con la medesima attenzione e scrupolosità con cui suggerivano come integrare e far crescere le collezioni di coloro che li avevano eletti referenti privilegiati, Salvatore prima e Francesco poi, costruirono, modificarono, accrebbero una loro collezione privata.

É proprio parte di questa raccolta di famiglia, cifra distintiva del gusto raffinato che ha contraddistinto senza soluzione di continuità la vita lavorativa e personale dei Romano, che costituisce in corpus centrale dell’asta che Pandolfini Casa d’Asta ha il piacere di presentare al suo pubblico più colto e preparato.

Il punto focale della vendita sono le opere scultoree ma non mancano gli arredi, in particolare fiorentini, l’alta epoca e i dipinti antichi, in maggioranza toscani e napoletani, i due ambiti culturali più vicini alla sensibilità e alla tradizione dei Romano.

La ricchezza del catalogo crea imbarazzo, ma partendo dal SAN SEBASTIANO di Pietro Lombardo si è certi di dare l’imprinting corretto alla vendita. La scultura di grandi dimensioni – alta 178 cm – del maestro veneto, in pietra dipinta in policromia che raffigura il santo nella sua effige più classica legato al palo dl martirio, ha una stima di 80.000/120.000 euro.
Sempre in ambito scultoreo è importante ricordare la MADONNA CON BAMBINO in legno dipinto e dorato di scultore marchigiano della prima metà del XV secolo, forse Domenico da Presepio; l’opera è a catalogo con la stima di 60.000/80.000 euro. È, invece, di 25.000/35.000 euro la stima della CROCIFISSIONE, un gruppo scultoreo in alabastro di Pietro Orlando, uno dei più noti e importanti scultori siciliani del Seicento che con grande abilità e perizia tecnica riusciva a dare realismo ed espressività ad ogni sua opera perché, come scriveva: “…Allora il piacere non sarà effimero ma reale…”.
Da Trapani a Genova con Anton Maria Maragliano, autore della VISIONE DI GESU' BAMBINO DI SANT'ANTONIO DA PADOVA. Il suo è un gruppo scultoreo in legno dipinto e dorato in cui il Santo è raffigurato inginocchiato di fronte a una consolle, affiancata da due angioletti, su cui poggia una nuvola e due cherubini che reggono il Bambino Gesù. La stima dell’opera è di 18.000/20.000 euro.
In ultimo ricordiamo la bella terracotta raffigurante ABACUC, l’ottavo dei dodici profeti minori. La scultura, opera di un artista romano della seconda metà del Seicento è tratta dall’Abacuc e l’Angelo di Gian Lorenzo Bernini che spicca nella Cappella Chigi nella Chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma.

Passando ai dipinti ricordiamo in primis il SAN LORENZO del maestro bolognese Ubaldo Gandolfi, un olio su tela centinata a catalogo per 120.000/150.000 euro.
D’interesse anche il bel dipinto ad olio di Giuseppe Porta detto Il Salviati, GIUSEPPE ACCOGLIE I FRATELLI IN EGITTO. Sul retro della tavola, quadrata, vi sono etichette e timbri in ceralacca che rimandano alla collezione dei principi di Hanover, alla Galleria Fidecommissaria della Casa di Braunschweig-Luneburg e alla medesima collezione nel castello di Blankenburg. La stima di questo dipinto è di 25.000/35.000 euro.
Segnaliamo anche la NATURA MORTA CON PESCI, RECIPIENTI DI RAME E UN GATTO del napoletano Giuseppe Recco, la cui stima è di 40.000/60.000 euro.

Infine un accenno doveroso agli arredi partendo da un CASSONE NUZIALE del primo quarto del XV secolo eseguito da un artista della cerchia di Antonio Pisano detto Pisanello. In legno, il cassone ha il fronte dipinto ad olio con una scena galante centrata da uno stemma nobiliare e i fianchi decorati con ramage. La stima è di 90.000/120.000 euro. Non meno rappresentativo è il raro e grande LAMPADARIO (h. 230 cm) in vetro di Murano di pieno Settecento a catalogo per 40.000/60.000 euro. Eseguito da Giuseppe Briati, il più importante maestro del vetro muranese. La” chiocca”, com’era uso chiamare i grandi lampadari in lingua veneziana all’epoca in cui il Briati lo eseguì, ha ventisei bracci in vetro trasparente disposti su due palchi, da ogni braccio pende una piccola corolla in vetro trasparente colorato, come colorati, in vetro trasparente e non, sono i fiori che arricchiscono la già importante struttura.
Un accenno anche a Firenze e alla Toscana del XVII secolo ricordando una grande CREDENZA in legno di noce la cui stima è di 18.000/25.000 euro. L’arredo dalla struttura compatta presenta sul fronte due ante la cui superficie è mossa da una motivo a rombo, riproposto anche sui fianchi. Nella fascia sottopiano sono inseriti due cassetti grandi e tre piccoli in corrispondenza delle lesene, intagliate a motivo di squame, poste ai lati delle ante. Il piano a sua volta è ornato da un doppio ordine di greche, di cui quella inferiore a ovuli.
Chiudiamo questo breve sunto con l’ARAZZO di Bruxelles, “Il trionfo di Giuditta”, dell’arazziere Martin Reynbouts a catalogo per 40.000/60.000 euro.