DIPINTI ANTICHI E DEL XIX SECOLO: PAGANO LE SCELTE DI QUALITÀ
Pandolfini registra un ennesimo risultato positivo, dopo gli arredi e le sculture anche i dipinti segnano importanti aggiudicazioni a dimostrazione che l’attenzione del mondo collezionistico e la tenuta del mercato non sono venuti meno, anzi, in un momento in cui è forte la percezione della transitorietà si cerca, quasi a garanzia, l’opera storicizzata.
Le vendite di dipinti del 1 luglio, 59 dipinti per l’antico e 23 per l’Ottocento, che proponevano opere di valore sostenuto da bella qualità, ottimo stato conservativo e impeccabili provenienze, hanno sfiorato 1.800.000 euro, che rappresenta il 140% delle stime pre-asta.
Tenuta appena prima dell’estate, quando la stagione degli incanti si considera ormai conclusa, l’asta di dipinti antichi ha registrato uno straordinario successo grazie alla partecipazione davvero entusiasta di collezionisti italiani e stranieri.
Per entrare nel vivo diciamo subito il top lot è risultato il raffinato ritratto di Ferdinando VI di Borbone e Barbara di Braganza circondati dalla corte e incoronati dalla Fama che è entrato in una nuova collezione straniera per 372.000 euro, polverizzando le stime (lotto 82). Il “modello” di Jacopo Amigoni, è documento prezioso della sua attività alla corte di Madrid tra il 1747 e il 1752, ed oggi è l’unico ricordo visivo del grande dipinto che eseguì per il palazzo reale del Buen Retiro, andato distrutto come la maggior parte delle opere che lo arredavano.
Interessante l’aggiudicazione della prima opera nota di Luca Giordano, una grande, anche nelle dimensioni, Battaglia di cavalieri antichi, firmata, datata 1651 e documentata da una fonte coeva, è passata di mano per 100.000 euro (lotto 41).
Ancora, ricordiamo l’esito per nulla scontato nelle proporzioni assunte, della Presentazione di Gesù al tempio, una preziosa tavoletta soggetta a “notifica” del pittore cinquecentesco Antonio Pirri, un’opera di qualità museale che proprio in virtù del vincolo del Mibact resterà nella raccolta di un collezionista italiano, intelligente e raffinato, a fronte di 87.500 euro (lotto 18).
A poco meno, 81.250 euro si è chiusa la licita del bellissimo dipinto di un ancora misterioso artista caravaggesco, Incoronazione di spine (lotto 25), mentre è noto come il Maestro della Natività Johnson, il pittore fiorentino Domenico Zanobi autore della tavola centinata Madonna in adorazione del Bambino con San Giuseppe e San Giovannino, che ora è di un nuovo proprietario per 68.750 euro (lotto 5).
E’ certamente un exploit la cavalcata a suon di rilanci che ha portato il Ritratto del Cardinale Annibale Albani a correre fino ai 68.750 euro con cui ora è entrato in una nuova collezione; l’opera di Pier Leone Ghezzi finora inedita, e preziosa anche per il lucente e piccolo supporto in rame, costituisce uno raro esempio di ritratto informale (lotto 55).
Attento osservatore della società veneziana di pieno Settecento, Pietro Longhi ci ha lasciato tante testimonianze di episodi, momenti di vita e riti quotidiani che si svolgono tra lussuose pareti in damasco, ventole dorate in cui riflettono le luci delle candele, leggiadri gheridon e sottili porcellane, tra questi si inserisce Il baciamano, l’opera proposta in catalogo e aggiudicata per 40.000 euro (lotto 57).
La qualità sostenuta delle opere del Settecento veneziano ha consentito ottimi risultati anche per Marco Ricci e Francesco Zuccarelli.
Successo inaspettato, ma preannunciato in sede d’esposizione, per le opere di Bernardino Nocchi, il suo Autoritratto e Tobiolo e l’Angelo sono stati oggetto di rilanci senza soluzione di continuità e sono passati di mano per 30.000 euro ciascuno (lotti 31 e 32).
Ha corso molto, fino a più del triplo della stima, 32.500 euro, anche Il ritorno del figliol prodigo, un olio su tela del seicentesco pittore tedesco, attivo anche in Italia, Johann Carl Loth (lotto 50).
Tra le proposte in catalogo anche le nature morte, due in particolare hanno riscosso un meritato successo, si tratta del Vaso di fiori all’aperto su una pietra; sullo sfondo piante selvatiche e un tappeto con urna e vasi metallici su un piedistallo di Andrea Scacciati, la grande e bella composizione ha chiuso a 30.000 euro raddoppiando la stima (lotto 48) e di una Natura morta di fiori e frutta su sfondo di paesaggio, una splendida composizione e uno dei temi da più sperimentati di Maximilian Pfeifer, aggiudicata a 20.000 euro (lotto 38).
Si passa all’Ottocento con un dipinto dell’artista belga Piet Jan Van Der Oudera, firmato e datato Anversa 1880, che presenta una scena ambientata nel XVI, En route pour le supplice (Anvers le 12 février 1555). Il grande dipinto, magistralmente eseguito nella ricchezza del dettaglio e nella sapiente stesura pittorica ha mosso gli interessi di un colto e raffinato collezionismo internazionale chiudendo la sua gara a 262.500 euro, diventando anche la seconda aggiudicazione di giornata (lotto 61).
Per la pittura di Paesaggio, che nell’Ottocento vive un momento di gloria, ricordiamo A Capri, una marina di Plinio Nomellini oggetto di una vivace competizione chiusa a 40.000 (lotto 81); dalla Campania a Milano per ricordare i 55.000 euro con cui è passato di mano uno scorcio meneghino, Veduta del Teatro alla Scala dalla Corsia del Giardino, di Angelo Inganni (lotto 64).
Nel percorso stilistico ottocentesco non poteva mancare uno dei protagonisti del periodo, Antonio Mancini con uno dei soggetti che lo identificano maggiormente, Testa di bambino sorridente, un olio su tela firmato che ritrae il figlio dei cugini dell’artista, Telemaco Ruggeri. L’opera, appartenuta a Samuel van Houten, cognato di Mesdag, mecenate olandese di Mancini, passata nella raccolta dei banchieri e noti collezionisti milanesi Pisa e Della Torre è ora in una nuova collezione per 57.500 euro (lotto 66).
Infine non si può tralasciare di ricordare l’interesse suscitato da I Novellieri di Luigi Conconi, un olio di grandi dimensioni costruito per fasce orizzontali sottolineate dai contrasti della brillante tavolozza. che è stato aggiudicato per 35.000 euro (lotto 69) .