Importanti maioliche rinascimentali

Mercoledì 17 aprile, Pandolfini ha in calendario un’asta di importanti Maioliche Rinascimentali che parla il linguaggio del collezionismo vero e proprio, quello che spinge il collettore a modificare, accrescere, aggiungere e togliere uno o più pezzi dalla sua raccolta per farla crescere in gusto, prestigio e importanza.

Il catalogo che conferma la particolare attenzione riservata da Pandolfini a questo importante settore merceologico, si compone di circa settanta lotti; un catalogo ricco che nasce dalla vocazione alla ricerca e studio del dipartimento finalizzata a una proposta sempre attenta e selezionata che, nello specifico il prossimo 17 aprile vede molti esemplari di qualità e anche molti inediti.

Le opere proposte sono tutte maioliche rinascimentali provenienti da tre grandi collezioni italiane, che interessano un arco temporale che va dalla fine del XIV a tutto il XVI secolo. Diverse le tipologie, tra queste si contano molti vasi apotecari provenienti da corredi delle più importanti Spezierie rinascimentali realizzati nelle manifatture di Urbino, Faenza, Roma, Pesaro, Palermo e Deruta da dove proviene un vaso farmaceutico con doppia ansa a torciglione e lettera gotica, caratteristico delle botteghe derutesi della fine del XV secolo la cui stima è di 18.000/25.000 euro.

 

Interessante è il vasto nucleo di opere probabilmente della Spezieria della Santa Casa di Loreto, che per lungo tempo ha interessato gli studiosi della ceramica del Cinquecento che per alcune opere più tarde, che riportano l’immagine della “regina assisa in trono”, sono ancora aperti a diverse possibili attribuzioni, mentre per il nucleo principale gli studi sembrano aver ormai accertato la produzione Urbinate. Segnaliamo due orcioli in catalogo rispettivamente valutati 4.000/6.000 e 8.000/12.000 euro, mentre per un gruppo di tre albarelli sono richiesti 6.000/8.000 euro.

Altrettanto notevole il corpus di vasi della “Farmacia della Fortuna” databili tra il 1579 e il 1580, che nonostante la tradizionale attribuzione dei decori a trofei alle botteghe di Casteldurante hanno trovato ormai una valida attribuzione presso le botteghe pesaresi e in particolare nella Bottega di Girolamo e Lanfranco dalle Gabicce. In catalogo, tra gli altri, un albarello e un vaso entrambi stimati 3.000/4.000 euro.

Ancora in catalogo, un importante gruppo di vasi apotecari, con stime variabili da 3.000/4.000 euro a 30.000/40.000 euro: alcuni vasi veneziani di diverse dimensioni che ci riportano a una delle più importanti botteghe della Venezia del Cinquecento, quella di Mastro Domenico.  Sono tutte opere di altissimo pregio, di cui tre esemplari in particolare di grande interesse decorativo e impeccabile stato di conservazione.

 

Lasciando il capitolo dei vasi apotecari, tra le molte altre opere d’interesse presenti in catalogo, segnaliamo un piatto realizzato a Cateldurante  databile tra il 1520 e il 1530, per il quale sono richiesti 70.000/100.000 euro, che fa mostra di uno dei decori che Cipriano Piccolpasso mirabilmente descrive nella sua celeberrima opera sull’Arte del Vasaio: candelabra con scudi elmi e loriche collegati tramite nastri svolazzanti, realizzato a risparmio poi ombreggiato con mezzatinta grigia su fondo steso a pennellate parallele blu cobalto.

Splendido è il piatto eseguito a Urbino intorno al 1540, inserito in catalogo per la cifra di 40.000/60.000 euro, decorato con la scena del “ratto di Proserpina”, l’opera in maiolica policroma si presta ancora a un’indagine riguardo a una collaborazione tra Xanto Avelli e altri pittori della sua cerchia.  

 

 

 

 

 

Ancora, un raro piatto da parata realizzato a Deruta nell’ultimo quarto del XV secolo che presenta, nel cavetto, con la raffigurazione del mito di Diana e Atteone realizzato in maiolica policroma nei modi caratteristici dei primissimi ornati rinascimentali, valutato 40.000/60.000 euro. Da questo questo medesimo ambito proviene una piccola coppa con un decoro molto significativo a cornici concentriche che racchiudono un braccio con armatura che sorregge una B particolarmente apprezzato da studiosi e collezionisti, attribuita a Deruta e valutata 2.000/3.000 euro.

 

Per gli appassionati della maiolica istoriata risulteranno interessanti diversi lotti, tra questi ricordiamo un’importante opera di Francesco Urbini conosciuta dagli studiosi ma da tempo fuori del mercato, è un piatto che raffigura l’infelice amore tra Cefalo e Proci, dipinto a policromia e lustro nel quale ben si riconosce la mano del pittore attivo nella bottega di Mastro Giorgio Andreoli attorno al 1530 per il quale sono richiesti 18.000/25.000 euro.

 

Chiudiamo ricordando che la vendita propone un’interessante offerta di opere per gli appassionati di scultura in maiolica, tra i lotti si fa notate un’importante e inedita Madonna col Bambino e San Giovannino, opera di Giovanni della Robbia per la quale sono richiesti 40.000/60.000 euro, e un’interessante lunetta in maiolica dipinta in policromia realizzata da Benedetto Buglioni raffigurante la Madonna della misericordia databile al 1490 circa la cui valutazione è di 10.000/15.000 euro.