L’attualità espositiva italiana conta tre bellissime mostre: “Serial Classic”, inaugurale del Museo della Fondazione Prada curata dal classicista Salvatore Settis, che è anche cocuratore con Davide Gasparotto di “Portable Classic”, sempre di Fondazione Prada, a Ca’ Corner della Regina a Venezia, e “Potere e Pathos” in corso a Palazzo Strozzi a Firenze dedicata ai bronzi ellenistici.
La concomitanza di queste mostre, senza contare la vicinanza con quella fiorentina, fanno dell’asta di Reperti Archeologici di Pandolfini, che si terrà a Palazzo Ramirez Montalvo il 23 giugno, un appuntamento particolarmente importante e interessante.
La vendita comprende oltre 200 lotti a cominciare con un importante rilievo dipinto di Sethi I in vesti di Osiride della XIX dinastia e un piccolo nucleo di reperti egiziani fra cui una maschera lignea di sarcofago del Nuovo Regno e un frammento di stele di Epoca Tarda (664-30 a.C.)
Uno dei lotti più significativi della vendita è costituito da una cista votiva di epoca Achemenide (X-VIII secolo a.C.) in argento sbalzato con tori alati. Rarissima, perché uno dei pochissimi oggetti di questa tipologia rimasti ancora sul mercato, è stimata € 60.000/70.000.
Il mondo greco sarà invece rappresentato da numerosi esemplari di vasi attici di VI-V a.C. secolo, tra cui è opportuno ricordare una grande kylix dei Piccoli Maestri, una oinochoe del Red line Painter e un gruppo di ceramiche magno greche fra le quali spiccano i vasi di produzione apula a figure rosse, molto apprezzati dal pubblico odierno.
Una grande urna volterrana in pietra fetida di II secolo a.C. con figura di banchettante costituirà la testimonianza principale del mondo etrusco, con essa, ma di misure minori, un’urna di produzione chiusina in terracotta che raffigura sul coperchio il defunto dormiente. Saranno inoltre presentati numerosi vasi in bucchero sia di produzione dell’Etruria centrale quanto dell’area campana, piuttosto rari sul mercato.
Nel settore dell’archeologia del Vicino Oriente spicca un’importante raccolta di reperti provenienti da un collezionista romano che spazia da sigilli sumerici e persiani in pietre dure, a una notevole serie di argenti di epoca achemenide e sasanide.
La gioielleria del periodo romano è esemplificata da un gruppo di gemme incise di altissima qualità in diaspro, calcedonio, corniola e ametista.
Chiudono la sessione due mosaici tardo romani uno dei quali, del III-IV secolo d.C., di grandi dimensioni (cm. 217x100) raffigura una scena di caccia in tessere di calcare colorato ed è stimato € 15.000/20.000, una rilevante serie di sculture in marmo di epoca imperiale romana che annovera una testa dell’Autunno, una statua in marmo bianco che raffigura il Nilo la cui stima è di € 12.000/15.000 e un torso panneggiato di Artemide (h. cm. 82) anch’esso in marmo bianco e valutato tra i € 12.000/15.000.