Il 26 ottobre vede l’esordio del Dipartimento di Sculture con un’asta che spazia dal XV sino al primo XX secolo. Il team dei nostri esperti, Lucia Montigiani, Mario Sani e Tomaso Piva, con la sapiente regia di Alberto Vianello in qualità di capo dipartimento, ha selezionato un gruppo di circa cento sculture, lignee, in marmo e bronzo, da proporre all’attenzione dei nostri sempre più esigenti e raffinati clienti italiani e internazionali.

La prima parte del catalogo è dedicata alle sculture antiche tra XV e XVIII secolo, proponendo un quadro d’insieme molto vario e interessante, attraverso un’accorta selezione di opere quasi sempre documentate, grazie anche alla collaborazione e ai suggerimenti dei più importanti studiosi del settore. Si tratta dunque di testimonianze d’arte notevolissime, quali ad esempio un’importante Madonna del Soccorso in marmo, opera dello scultore lombardo Gabriele di Battista Bregno eseguita intorno al 1500 per un’importante committenza siciliana, oppure un tondo scolpito in legno policromo, attribuito al senese Bartolomeo Neroni detto il Riccio e raffigurante San Pietro. Non meno significativi due rilievi mariani in stucco policromo, un bel cavallo lombardo rinascimentale in bronzo patinato, il busto in marmo del cardinal Giovanni Battista Bussi attribuito allo scultore romano Giuseppe Mazzuoli, un grande gruppo ligneo di scuola settecentesca napoletana raffigurante Enea e Anchise, solo per citarne alcuni.

La seconda parte del catalogo è invece dedicata alla produzione del XIX sino ai primi del XX secolo, prendendo dunque in considerazione l’alba del ‘900 in termini di continuità creativa di artisti essenzialmente ottocenteschi.

Tra le opere presentate segnaliamo il raro marmo The Sandalbinder (Fanciulla che si allaccia i sandali), opera iconica dell’artista tedesco Rudolf Schadow, uno degli scultori più talentuosi e originali del XIX secolo, allievo di Canova e di Thorvaldsen. Il marmo brillantemente scolpito, concepito secondo i canoni del neoclassicismo settentrionale, freddo ed emotivamente sobrio, è allo stesso tempo un ritratto incredibilmente intimo e sensibile di una giovane fanciulla (probabilmente la giovanissima moglie dell’artista). Tra le altre sculture di periodo neoclassico citiamo il Ritratto dello zar Alessandro I di Lorenzo Bartolini, firmato e datato “1807”, in cui l’imperatore viene presentato in abiti moderni, diversamente dai ritratti dello stesso eseguiti da Canova e Thorvaldsen.

In catalogo, inoltre, un nutrito gruppo di bronzi e marmi di artisti italiani della seconda metà del XIX secolo quali: Giuseppe Parente, Eliseo Sala, Michele Vedani. Domenico Mastroianni, Domenico Trentacoste, Giuseppe Renda, Fortunato Galli, Pietro Barzanti, sino ad arrivare a esempi di scultura dei primi del Novecento con i mirabili bronzi di Libero Andreotti, il bronzo di Leonardo Bistolfi e un bel bassorilievo marmoreo di sapore liberty di Orazio Costante Grossoni. Citiamo infine un raro gruppo di cinque bronzi dell’artista Quirino Ruggeri, intrigante interprete di un moderno arcaismo.



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